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“La sorpresa sarà Paragone”. La suggestione di Crespi: “Pensate se facesse meglio di Calenda?”

Pubblicato il 31/08/2022 10:02

La miglior campagna elettorale fino a questo momento? A sorpresa, quella del leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. La peggiore, invece, è di Carlo Calenda, protagonista di un accordo con il Pd strappato nel giro di poche ore e adesso alleato di Matteo Renzi nel Terzo Polo, alternativo tanto al centrosinistra quanto al centrodestra. Questo il giudizio del sondaggista Luigi Crespi, famoso per essere stato in passato il padre del contratto con gli italiani firmato da Silvio Berlusconi. Intervistato da Concetto Vecchio per Repubblica, anche l’esperto ha ammesso qualche possibile sorpresa all’orizzonte.

A domanda sulle rivelazioni della prossima tornata elettorale, Crespi ha infatti ammesso: “Gianluigi Paragone, non mi stupirei se arrivasse al 5%”. La conferma di come Italexit, nonostante i tentativi di bavaglio da parte della stampa mainstream, sia diventato il punto di riferimento per gli italiani stanchi di convivere con obblighi e restrizioni, desiderosi di riconquistare le proprie libertà, in via definitiva. Poche chance di successo, invece, per Enrico Letta.

Secondo Crespi Letta “ha fatto una buona campagna elettorale, seguendo lo schema ‘o di qua o di là’, ma sa di perdere. La sua è una strategia identitaria, non espande. Del resto gli rubano i voti sia il M5S che il Terzo Polo. Conte parla ai suoi elettori con video perfetti, dritto per dritto, sui social è quello con più interazioni. Quello che ne ha meno invece è Calenda, il Macron dei Parioli. Fa 45 tweet al giorno, è compulsivo”.

Meloni, infine, “è stata all’opposizione. È una donna, è integra, sa incendiare gli animi di destra. Da premier però dovrà interpretare il Paese e quello sarà un problema. Di sicuro inciderà tantissimo la questione del gas, accrescerà l’astensione e la protesta verso la guerra. Quanta gente andrà a votare? Secondo le stime solo il 50%. Ma la popolazione realmente interessata alla campagna elettorale è il 10%, non di più”.

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