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La resistenza dei lavoratori contro le acquisizioni nella grande distribuzione. Una storia di questa crisi.

Pubblicato il 16/06/2020 16:25 - Aggiornato il 16/06/2020 16:41

L’acquisizione del gruppo Auchan da parte di Conad lascerà navigare 176 lavoratori verso le acque nere di un destino incerto. Perderanno il posto di lavoro, a partire dal 30 giugno, cento (su cento) al deposito di Osimo gestito da Xpo Logistics e, dal 31 dicembre, 76 (su 76) nella sede amministrativa divisa tra gli uffici di Offagna e Baraccola.

Domani, mercoledì 17 giugno, come riferito dal comunicato pubblicato, “a causa del perdurare della mancanza di ogni confronto con la società titolare dei rapporti di lavoro e con Margherita, i lavoratori di Osimo sciopereranno per la durata dell’intero turno di lavoro in piazza del Plebiscito ad Ancona a partire dalle ore 10”.

A nulla è servita, dunque, la manifestazione avvenuta il 3 giugno davanti palazzo Leopardi ad Ancona contro i licenziamenti. Alla protesta hanno preso parte il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Antonio Mastrovincenzo -il quale ha invitato pubblicamente l’azienda a rivedere la scelta di non attivare gli ammortizzatori sociali della cassa integrazione per cessazione di attività e di contribuire alla ricerca di soluzioni concrete di ricollocamento- e il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni.

Un duro colpo per i lavoratori che, come la dipendente Paolo Moresi, presto perderanno il lavoro e si ritrovano a dover svuotare con le loro stesse mani lo storico magazzino di Osimo per abbandonare le attività. E un enorme punto interrogativo la cui soluzione continua ad essere posticipata per i 76 della parte amministrativa, per i quali è prevista la presentazione di un piano di ricollocazione del personale da parte di Margherita Distribuzione, ad oggi però non ancora avvenuta.

Le situazioni, già complesse e rese ancora più intricate dagli stravolgimenti portati dall’epidemia, aggiungono ulteriore incertezza sulle possibilità di ricollocamento per questi lavoratori, “la maggior parte dei quali, come riferito da Centro Pagina Pesaro, “sono in una fascia d’età critica (over 45) per ‘rimettersi in gioco’ lavorativamente”.

Con l’ultimo comunicato pubblicato, i sindacati e i lavoratori esprimono chiaramente la loro opinione: “La decisione di utilizzare gli ammortizzatori sociali solo per il tempo necessario a superare il divieto ai licenziamenti imposto dalle misure di legge recentemente varate, implica nei fatti l’esclusione del sito produttivo anche dal piano di ricollocazioni annunciato da Conad”.

“Il ricorso alla cassa integrazione per cessazione di attività per almeno un anno, l’incentivazione all’esodo e la ricollocazione nella rete di vendita Conad e nei depositi delle cooperative di Cia e Conad Adriatico, costiutiscono l’unica soluzione possibile”.

Noi che non ci barrichiamo dentro Villa Pamphili ma ascoltiamo l’economia reale, esprimiamo vicinanza ai lavoratori che domani siopereranno.