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La fregatura del bonus Pc e tablet, un altro pasticcio dove “ci guadagnano sempre gli stessi”

Pubblicato il 10/11/2020 10:38 - Aggiornato il 10/11/2020 10:50

Altro bonus, ma stessa sostanza: la storia non cambia. Nella teoria -secondo il governo- doveva essere una misura volta a favorire la digitalizzazione del Paese- nella pratica però, il voucher Pc, tablet e rete internet si sta rivelando un gran pasticcio e un ‘regalo per i soliti pochi eletti’.

“Sono state tantissime le segnalazioni, molte delle quali arrivate direttamente al Ministero dell’Istruzione, che denunciavano l’impossibilità di seguire le lezioni o a causa di connessioni scarse, o per mancanza di adeguati supporti elettronici”. Proprio questa tematica è stata il punto focale di discussione della ministra Azzolina, la quale aveva annunciato a luglio, rivolgendosi a studenti e famiglie: “Previsti anche voucher per le famiglie: fino a 500 euro, in base all’Isee, per connessioni veloci, pc e tablet”.

Uno dei nostri lettori ci scrive: “Dal 9 novembre sono in linea le proposte di vari gestori. Ognuno fa come gli pare: il contratto minimo doveva essere di 12 mesi invece Tim propone 20 mesi, tablet a prezzi spropositati rispetto il mercato..” La percezione in realtà è comune. Numerose sono le segnalazioni lanciate dai consumatori.

Togliendo il fatto che anche in questo caso vale la regola del “chi prima arriva, meglio alloggia”, proprio come per il bonus bici. “Il voucher da 500 euro verrà infatti corrisposto fino a concorrenza dell’importo dei fondi stanziati dal governo (204 milioni) solo alle famiglie con Isee inferiore a 20mila euro”, riferisce il Fatto Quotidiano. I problemi sono anche altri.

Mentre i consumatori denunciano “il regalo fatto agli operatori telefonici: “chi vuole il contributo per comprare un tablet deve per forza attivare una linea fissa”. “Perché prendere sempre queste strade contorte dove i padroni sono sempre gli stessi, i soldi sempre agli stessi??? siamo stufi!”; i commercianti di apparecchiature elettroniche fanno ricorso al Tar lamentando una “distorsione della concorrenza finanziata con risorse pubbliche” e le compagnie telefoniche sono sul piede di guerra perché “responsabili di ultima istanza della veridicità dell’Isee”.

Luigi Gabriele, presidente di Cosumerismo, denuncia: “Chi vuole godere del bonus per acquistare un nuovo pc e tablet deve quindi attivare una linea telefonica fissa, andando incontro a nuove e ingiustificate spese telefoniche. Un vero e proprio regalo ai gestori della telefonia fissa che contrasta con le grandi politiche per lo sviluppo del 5G e di tutte le tecnologie wireless, deciso dal governo italiano forse per rientrare negli investimenti sulla rete fibra”.

Il solito regalo a pochi che favorisce una distorsione della concorrenza: “Solo gli operatori dei servizi di connettività possono fornire anche i dispositivi informatici” (Pc e tablet), lamentano in una nota diffusa dall’associazione dei dettaglianti. La soluozione, secondo la categoria, poteva essere, ad esempio, di “spezzare in due il bonus lasciando al cliente la scelta dell’operatore e, in separata sede, quella del device”. Ma “in questo modo le compagnie telefoniche avrebbero incassato meno” e il governo sarebbe stato artefice dell’eccezione che conferma la regola.