Vai al contenuto

“La corsa al vaccino non è servita. E insistere può essere pericoloso”: l’analisi del farmacologo Puccetti

Pubblicato il 25/01/2022 12:51

Tra i primi a predire la comparsa di una variante del Covid con le caratteristiche dell’attuale Omicron, il professor Paolo Puccetti è tra le voci fuori dal coro che sfida la censura di un governo che priva gli italiani del diritto alla critica e punta da tempo il dito contro i rischi di troppe vaccinazioni a distanza ravvicinata. Ordinario di Farmacologia all’università di Perugia, l’esperto ha analizzato lo stato della pandemia attraverso le pagine della Verità, intervistato da Ignazio Mangrano, a partire dalle scelte effettuate dai vari Paesi sulla vaccinazione di massa della popolazione.

“Le cinque diverse pandemie documentate negli ultimi 130 anni – ha spiegato Puccetti – offrono una ‘planimetria’ di come si sta evolvendo l’attuale. Non c’erano vaccini e ciascuna si comportò come una scossa di terremoto seguita da scosse di assestamento. L’attuale ha esattamente lo stesso andamento e la scossa d’urto è passata. Ne sono testimoni i dati, che dimostrano come la malattia sia l’eccezione e non la regola, che è per lo più una condizione semi-influenzale che si risolve in modo auto-limitante con il supporto di farmaci tradizionali”.

Secondo il farmacologo dell’università di Perugia, “la corsa a immunizzare a tappeto non ha contrastato la diffusione del virus”. Una tesi che in realtà molti esperti hanno sostenuto in queste settimane di rialzo dei contagi e che, però, il governo italiano continua a non voler accettare, insistendo piuttosto sulla necessità di continuare con le somministrazioni, rese di fatto obbligatorie dall’introduzione del Super Green pass. “A breve – secondo Puccetti – quasi il 100% della popolazione sarà diventato positivo”. Insistere con le dosi, insomma, rischia di essere addirittura controproducente, soprattutto per i pazienti “fragili”.

“Omicron – ha concluso Puccetti – ci può aiutare nel processo di endemizzazione e contribuire a costruire quel 60-70% di immunità di popolazione che ci porterà fuori dalla pandemia”. Per quanto riguarda la mortalità della variante, infine, “anche se apparentemente i non vaccinati corrono un rischio di ospedalizzazione 2,74 volte maggiore rispetto ai vaccinati, la letalità in questa quarta ondata è molto bassa”.

Ti potrebbe interessare anche: Vaccinato con doppia dose, muore di Covid il professor Reitani, ex assessore a Udine