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Italia, 540 dipendenti licenziati. Hanno fatto fallire centinaia di negozi locali e ora chiudono

Pubblicato il 04/07/2022 20:29

È durata poco l’esperienza italiana di Gorillas, la startup tedesca della spesa a domicilio. Dopo poco più di un anno, l’azienda ha deciso di concentrarsi su “mercati più redditizi”. Sono ben 540 i dipendenti assunti che, da un momento all’altro, si ritroveranno in mezzo alla strada.
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Licenziamento collettivo per 540 dipendenti

Gorillas ha deciso di chiudere le proprie attività in Italia, lasciando a casa i propri dipendenti dopo poco più di un anno dalle loro assunzioni. Sono bastati pochi mesi alla startup tedesca per affermarsi tra le app di consegna di spesa a domicilio più usate, ma ciò non è bastata per evitare l’estrema soluzione: chiusura delle attività per concentrarsi su mercati più redditizi. L’azienda era presente in Italia con una copertura abbastanza capillare. Sono ben 5 le principali città dove Gorillas operava: Roma, Torino, Milano, Firenze e Bergamo. 540 dipendenti, di cui 75 contratti a tempo indeterminato (compresi due manager), erano la forza lavoro che permetteva all’azienda di coprire il territorio nazionale e per i quali è stata avviata la procedura di licenziamento collettivo.
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Un successo costruito sulla pandemia e che ha aggravato la crisi dei piccoli negozi locali

Come riportato da Repubblica, l’azienda è stata fondata in Germania nel maggio 2020, appena dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19. Gorillas è stato uno dei casi più clamorosi di successo per una startup nell’era dei lockdown. Il loro core business è il consentire ai propri utenti di ordinare la spesa e riceverla a casa in dieci minuti tramite un’app. Ben 1,3 miliardi di dollari sono stati raccolti in pochi mesi attraverso il round di finanziamenti guidato dal colosso europeo di consegne Delivery Hero, raggiungendo una valutazione record di tre miliardi a un anno e sei mesi dalla sua fondazione.

Ma queste aziende, dette anche dark store, hanno un prezzo nascosto che tutti paghiamo a iniziare dai piccoli commercianti locali. Si tratta infatti di “negozi” che generano traffico, ma non affari nel quartiere in cui nascono e man mano indeboliscono la rete dei negozi di prossimità, già messa in forte difficoltà dal Covid e dal commercio on line. Ma l’impatto negativo si è esteso anche alle piccole produzioni del territorio che sono quelle che normalmente approvvigionano gli alimentari e i piccoli supermercati di quartiere. Proprio queste criticità in questi anni sono state alla base di tante chiusure di esercizi commerciali di quartiere con conseguente impoverimento dei tessuti urbani.



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