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Da Israele arriva un altro duro colpo al vaccino e ai suoi fan: cosa rivela l’ultimo studio

Pubblicato il 16/07/2021 08:47 - Aggiornato il 16/07/2021 08:48

Mentre di trasparenza sul fronte vaccini si continua a non vedere nemmeno l’ombra, da Israele arriva un’altra notizia che segna un duro colpo ai fan del vaccino anti-Covid. Come riporta infatti Il Messaggero, “analizzando i dati dei contagi, il ministero della Salute ha scoperto che i pazienti guariti spontaneamente dalla malattia, sviluppando anticorpi naturali, sembrano avere meno probabilità di essere reinfettati rispetto ai pazienti che erano stati vaccinati”. Tradotto? Gli anticorpi naturali sono meglio del vaccino. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma se dunque questo vaccino non copre dalle varianti, non assicura l’immunizzazione, non garantisce da un ricontagio anche se si è stati già positivi al Covid, e se di giorno in giorno rivela nuove falle, per quale motivo gli Stati, compresa l’Italia, stanno procedendo verso un obbligo vaccinale? La scoperta fatta in Israele contraddice direttamente la ricerca di esperti americani come il dottor Anthony Fauci, e anche quella degli scienziati di Pfizer e Moderna, che hanno sostenuto che gli anticorpi creati dai loro farmaci sono più potenti di quelli prodotti dall’infezione naturale. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma è ovvio che le aziende dicano così, stanno macinando miliardi su miliardi con la scusa del Covid. Secondo Israel National News, durante l’ondata più recente, quindi a partire da maggio, sono stati rilevati oltre 7.700 nuovi casi di soggetti infettati dal virus. Di questi, solo 72 erano persone che erano state precedentemente colpite e avevano sviluppato anticorpi naturali: si tratta di meno dell’1%. Circa il 40% dei nuovi casi, quindi più di 3.000 pazienti, invece, è stato infettato nonostante fosse completamente vaccinato. Capito? (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude il Messaggero: “Dallo studio emerge che gli israeliani che erano stati vaccinati avevano 6,72 volte più probabilità di contrarre l’infezione dopo l’iniezione rispetto a che aveva sviluppato la protezione con il naturale decorso della malattia. Una disparità che ha confuso gli esperti: alcuni affermano che i dati dimostrano il livello più elevato di immunità fornito dall’infezione naturale rispetto alla vaccinazione, mentre altri rimangono poco convinti.

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