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Immigrazione, 3,4 miliardi di euro alle Ong. L’Europa spende, ma non sa come

Pubblicato il 11/09/2020 08:55 - Aggiornato il 11/09/2020 10:02

‘Serve più chiarezza’, aveva dichiarato la Corte dei Conti europea già nel 2018. Così adesso che salta fuori finalmente la cifra spaventosa che l’Europa ha devoluto alle Ong, non si sa come sia stata effettivamente spesa. 

Lo stesso organismo europeo attraverso la pubblicazione di una relazione, aveva infatti spiegato come l’Europa nei finanziamenti alle organizzaizoni umanitarie, non si era mostrata molto trasparente: “La Commissione dovrebbe migliorare la propria performance e la trasparenza delle proprie rendicontazioni sulle Ong che attuano azioni dell’Ue. A tal fine, la Commissione dovrebbe ricevere informazioni adeguate a migliorare, nel proprio sistema contabile, l’attendibilità delle informazioni sulle Ong.”

Non è da escludere che mentre i vertici Ue spiegavano che l’Unione non può finanziarie il via vai nel Mediterraneo, a causa della mancata trasparenza, una parte dei soldi sia di fatto stata usata dalle Ong a quello scopo. 

Finalmente in seguito all’ennesima interrogazione, risalente all’inizio del maggio di questo anno, le autorità europee hanno deciso di fornire per la prima volta la lista completa di tutti i finanziamenti concessi alle Ong che si sono occupate di immigrazione tra il 2015 e il 2018. La verità riferisce che sono ben “648 i finanziamenti stanziati, per un ammontare complessivo di 3.388.071.467,82 euro. Quasi 3,4 miliardi per sostenere gli attivisti che hanno permesso al meccanismo migratorio di funzionare”. Resta però il dubbio di come effettivamente siano stati spesi. 

L’Europa ha fianziato proprio i taxisti del mare? L’Ue non sa esattamente come siano stati utilizzati i suoi soldi, eppure la consapevolezza dell’errore c’è. La Commisisone nella risposta ufficiale specifica: “Sono gli Stati membri ad avere la responsabilità di garantire la trasparenza nell’attuazione dei programmi nazionali”. 

Nonostante la cifra considerevole, il fatto che non sia stata applicata la stessa rigidità che ruota attorno al Recovery Fund, la dice lunga sull’intento nascosto dell’Europa.