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Il mistero del calo nascite in Europa. Un effetto collaterale? Emergono le prime ipotesi di “correlazioni”

Pubblicato il 04/09/2022 13:55 - Aggiornato il 04/09/2022 14:00

In 18 Paesi europei si è registrata un’ondata di minori nascite nei primi mesi del 2022. Lo certificano dati ufficiali: in alcuni Paesi si rilevano addirittura cali a doppia cifra percentuale. L’Italia non ha fornito dati. Diversi osservatori ipotizzano una correlazione col picco delle vaccinazioni, registratosi circa 9 mesi prima. Un fenomeno che sicuramente merita di essere approfondito.
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Lo studio tedesco

A riportare il contenuto dello studio è La Verità, che nell’edizione odierna parla di un documento di 90 pagine, pubblicato a fine agosto dal tedesco Raimund Hagemann, analista di dati tra i più affidabili a livello Ue per i lavori che realizza con il suo team di esperti, medici inclusi. Il titolo del lavoro è eloquente: “Diminuzione del numero di bimbi nati vivi in Europa”. A supporto dello studio ci sono tabelle, grafici, elaborazioni fatte utilizzando i numeri forniti dagli istituti di statistica di 18 Paesi, tra i quali spicca l’assenza dell’Italia «che aveva dati fermi al 2020», spiega l’autore. Hagemann si è concentrato su due variabili, ovvero i tassi di natalità e la frequenza della vaccinazione anti Covid, in modo tale da confrontare le nascite mensili dei primi cinque mesi del 2022 con la media degli ultimi tre anni.
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Il calo delle nascite nei Paesi europei

Ciò che si evince dallo studio è come ciascuno Stato preso in analisi mostri un calo mensile fino a oltre il 10%. Si va dal -1,3% della Francia al -18,8% della Romania, dal -7,4% della Spagna al -8,9% della Germania. In 15 Paesi questo calo ha superato il 4%, in 7 è andato oltre il 10%. Non è stata trovata alcuna correlazione tra la diminuzione dei tassi di natalità e l’incidenza delle infezioni da Covid19 o i ricoveri per questa malattia, mentre si riscontra una «significativa correlazione negativa tra il calo dei tassi di natalità e l’alto numero delle vaccinazioni nei nove mesi precedenti, nella fascia di età 18-49 anni, in 13 di 18 Paesi», si legge. Mettendo insieme tutte le segnalazioni, nei 18 Paesi presi in esame risultano -110.059 nascite (-7%) nei primi cinque mesi del 2022.
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Correlazione tra vaccino e disturbi mestruali

Dunque, la vaccinazione contro il Covid può davvero essere annoverata tra le cause principali di tale fenomeno? Secondo il rapporto, gli studi sulle reazioni avverse negli organi riproduttivi femminili e sulla fertilità maschile, meriterebbero di essere approfonditi, in modo tale da valutare l’effettivo beneficio delle vaccinazioni in larga parte della popolazione non a rischio, escludendo quindi possibili, tragiche correlazioni con il calo delle nascite di bambini vivi. Bisogna sottolineare però come il rapporto tra vaccinazione e disturbi mestruali sia stato già acclarato.
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L’allarme delle riviste scientifiche

Inoltre, nella ridottissima documentazione che l’Fda, l’ente regolatorio statunitense, è stata costretta a iniziare a pubblicare in merito alle 329.000 pagine del rapporto che portò all’approvazione in via emergenziale del vaccino anti Covid di Pfizer, si legge che su 270 casi di donne incinte, si registrarono 23 «aborti spontanei» e 5 casi di neonati morti prima e dopo il parto. Eventi avversi vennero riscontrati in 17 di 133 bambini allattati da madri che si erano vaccinate. Ma non è tutto. Anche il New England Journal of Medicine, il 26 aprile 2021, scrisse che «più di 100.000 donne in gravidanza hanno riferito di aver ricevuto una vaccinazione Covid-19 e tuttavia solo una piccola frazione (4,7%) si è iscritta al registro delle gravidanze v-safe». La celebre rivista scientifica sottolineava «l’urgenza non solo di includere le donne in gravidanza nelle sperimentazioni cliniche, ma anche di investire in sistemi di sorveglianza sanitaria pubblica per la gravidanza, che coinvolgono un numero assai maggiore di donne», investendo nella sorveglianza e nella ricerca sulla salute materna anche in vista di nuove, possibili pandemie.
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Il caso Svizzera

Ma la preoccupazione per gli effetti dei vaccini anti Covid sulla salute femminile c’è, ed anzi aumenta man mano che il tempo passa. Soltanto pochi giorni fa, infatti, il settimanale svizzero Die Weltwoche ha pubblicato un articolo inquietante dal titolo «Dimmi dove sono i bambini». Il testo sottolineava che «in cinque mesi, da gennaio a maggio sono “scomparsi” 6.000 bambini» e che i dati «suggeriscono che la vaccinazione anti Covid sia responsabile», di una crisi nella natalità in Svizzera «unica nella storia». Il calcolo, dei bimbi scomparsi (tra 5.500 e 6.000) è stato fatto prendendo i dati dell’Ufficio federale di statistica (Bfs), che indicano un -15,1% delle nascite in cinque mesi. «Non c’è mai stato un calo così forte, né in termini assoluti né in percentuale», scrive Konstantin Beck, professore di economia delle assicurazioni all’Università di Lucerna, autore dell’articolo, citando un solo dato simile, il -13,5% del 1915, quando la Grande guerra comunque peggiorò le condizioni di vita di una Svizzera neutrale.
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Nove mesi dopo la vaccinazione crolla la natalità

Dunque sono circa 6.000 i bambini che mancano all’appello e considerando gli attuali circa 83,6 anni di aspettativa di vita, «sono mezzo milione di anni» mancanti, scrive il settimanale. Non ci si può esimere dal sottolineare come nel Paese elvetico «la vaccinazione ha raggiunto il picco a maggio e giugno 2021, rispettivamente con 537.100 e 843.700 prime vaccinazioni, e il tasso di natalità è crollato a febbraio e marzo 2022, esattamente nove mesi dopo», evidenzia Beck . «In tutti i Cantoni attualmente mancano in media 339 nascite al mese, ma in quelli a più alto tasso di vaccinazione anti Covid, come Zurigo, Berna, Ginevra, Ticino, se ne aggiungono altri 381, vale a dire -720 nascite su base mensile».
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Bambini nati morti

Quando terminerà l’anno e si conosceranno i numeri finali, l’argomento correlazione con il vaccino potrà essere confermato o privato di fondamento. Nel frattempo, un avvocato svizzero che al momento preferisce restare anonimo, sta elaborando un questionario da sottoporre alle imprese funebri per sapere, in modo anonimo ma certo, se è aumentato il numero di bambini nati morti. Diverse agenzie, infatti, l’hanno contattato segnalando un aumento di esequie di neonati, venuti al mondo privi di vita.

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