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Il Green Pass? Si ottiene anche con un tampone salivare. Ma nessuno lo spiega

Pubblicato il 30/08/2021 15:06

Vi abbiamo illustrato giorni fa, attraverso le pagine de Il Paragone, i risultati degli studi portati avanti da diverse università italiane (Milano, Torino, Padova) e che hanno evidenziato come i tamponi salivari siano un prezioso strumento a disposizione nella lotta al Covid-19: attendibilità attorno al 98%, poco dolore rispetto ai test che si effettuano nel naso, una maggiore praticità. Eppure la politica e l’informazione mainstream continuano a ingnorarli, come se non esistessero o fossero rimedi approssimativi ai quali ricorrere soltanto in mancanza di alternative.

Il Green Pass? Si ottiene anche con un tampone salivare. Ma nessuno lo spiega

In realtà lo stesso ministero della Salute, con una circolare che risale ormai a maggio 2021, ne ha riconosciuto la validità. Eppure il governo impedisce che il test salivare permetta di ottenere il tanto agognato Green pass, esteso ormai a sempre più attività così da poter ricattare in maniera pressante i cittadini e costringerli a vaccinarsi. Nonostante questo, il Giornale ha elencato diversi laboratori che li propongono, rilasciando un certificato cartaceo che consente poi di ricevere il certificato verde. Soltanto nel Lazio sono 18.

Riepilogando, quindi, i test vengono promossi sulle pagine dei laboratori, che spiegano come sia possibile ottenere grazie a questo tipo di tampone il Qr Code per il Green Pass. Asl, Regioni e governo continuano però a non parlarne, come non esistessero. Con un paradosso a rendere il tutto ancora più grottesco: il ministero della Salute da un lato nega che il salivare permetta di ottenere il Green Pass, dall’altro invia il certificato verde sullo smartphone di chi lo esegue. Smentendo quindi, di fatto, sé stesso.

Il Giornale ha citato, tra i laboratori che eseguono il test salivare, 18 strutture tra Roma e Viterbo del network Lifebrain o, cambiando Regione, il centro milanese MedNow in viale Zara. Tutti hanno confermato che “sì, rilasciamo copia cartacea e codice e poi sul telefono arriverà il Green Pass”. Un mezzo in teoria pratico e sicuro per sapere se si è positivi al Covid. Ma che ha ancora un costo troppo alto (almeno 50 euro) per potervi ricorrere con frequenza. Potrebbe intervenire, a tal proposito, il governo, eleggendo il tampone salivare a strumento pratico in soccorso di chi non desidera vaccinarsi e necessita comunque del Green pass per poter svolgere la sua vita di sempre. Non fosse altro che per Draghi & co., semplicemente, non esistono.

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