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Il green Pass è un mostro giuridico. È uno strumento per controllare i cittadini. L’attacco di Agamben al governo

Pubblicato il 08/10/2021 14:16

In questi giorni si stanno svolgendo le “Audizioni in videoconferenza sul ddl n. 2394, che prevede l’estensione della certificazione verde. Tra gli altri studiosi ed esperti, oggi è stato audito dalla Commissione Affari costituzionali del Parlamento il professor Giorgio Agamben, filosofo e scrittore. Di seguito riportiamo alcuni estratti della riflessione che ha rivolto ai parlamentari.

È possibile considerare una situazione giuridicamente e moralmente più abnorme? Come può lo Stato accusare di irresponsabilità coloro i quali decidono di non vaccinarsi quando è lo stesso Stato che per primo declina formalmente ogni responsabilità in merito alle possibili gravi conseguenze del vaccino? Vorrei che i parlamentari riflettessero su questa contraddizione che a mio avviso configura una vera e propria mostruosità giuridica. (Continua dopo la foto)

Problema politico del green pass non va confuso con quello medico del vaccino. I medici dicono che il green pass è uno strumento per costringere alla vaccinazione, ma io penso che si possa e si debba ritenere che il vaccino è un mezzo per costringere la gente a ottenere il green pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e di tracciare i cittadini in una misura che non ha precedenti. I politologi sanno che le nostre società sono passate dal modello di società di disciplina, al modello delle società di controllo, cioè società fondate su un controllo digitale virtualmente illimitato dei comportamenti individuali.

Ci stiamo oramai abituando a questi dispositivi di controllo. Ma fino a che punto siamo disposti ad accettare che questo controllo si spinga? È possibile che i cittadini di una società che si pretende democratica si trovino in una situazione peggiore dei cittadini dell’Unione sovietica sotto Stalin? I cittadini sovietici erano obbligati a esibire un lasciapassare per ogni spostamento da un paese all’altro. Ma noi siamo obbligati ad esibire un green pass anche per andare a un ristorante, anche per andare al museo, anche per andare al cinema e ora (cosa ancora più grave) anche ogni volta che si va a lavorare. Come è possibile accettare che per la prima volta nella storia d’Italia, dopo le leggi fasciste del 1938, si creino cittadini di seconda classe che subiscono restrizioni che dal punto di vista, strettamente giuridico, sono identiche a quelle che subivano i non ariani?

Per vedere il video dell’intervento del professore Agamben: