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Il gioielliere di Grinzane non si pente: “La gente è con me”

Pubblicato il 03/06/2021 10:12

Mario Roggero è il nome del gioielliere che un mese fa a Grinzane Cavour insieme alla sua famiglia ha subito una rapina. L’uomo quando i rapinatori hanno provato a derubarlo si trovava nel negozio con la moglie e una delle due figlie: “la prima era stata picchiata e minacciata con una pistola giocattolo, la seconda legata con fascette in plastica”. Roggero ha reagito e ha sparato e ucciso due dei tre rapinatori. (Continua dopo la foto)

In un’intervista esclusiva de La Stampa Roggero racconta di “episodi inquietanti” avvenuti nelle ultime settimane dopo l’orrore provato durante la rapina. Come probabilmente chiunque si possa trovare al suo posto, Roggero dichiara: “Mi sento vulnerabile. Mi hanno sequestrato la pistola, ma se arrivasse un commando vorrei avere almeno la possibilità di difendermi ad armi pari. Io ho fiducia nella legge, ma in giro c’è ancora qualcuno che confonde la vittima con il carnefice”.

Poi aggiunge: “Non viviamo sereni, temiamo delle ritorsioni. L’altra mattina, davanti alle vetrine sono arrivati due uomini con uno scooter nero e caschi integrali. Si sono fermati un pò a osservare e discutere indicando qua e là, fino a quando non abbiamo chiamato i carabinieri. Un’altra volta, invece, una donna ha suonato il citofono di casa in piena notte. Sono episodi inquietanti, che non ci fanno stare tranquilli. L’ho detto anche ai militari.” Il suo è stato “un gesto disperato di fronte a una violenza inaudita e al terrore di morire”.

Affianco a questi racconti fatti di terrore per quello che è successo e per il sentimento di vulnerabilità rispetto a quanto potrebbe succedere nel futuro (ricordiamo infatti che questa non è stata la sola ed unica rapina che il gioielliere ha subito), Roggero racconta di episodi caldi fatti di grande sostegno: “La solidarietà che mi hanno espresso i miei compaesani è straordinaria. E non solo loro. La gente viene e mi abbraccia. Arrivano nuovi clienti e comprano senza dire una parola, ma io capisco che lo fanno anche per darmi un sostegno. E poi ho ricevuto centinaia di lettere e messaggi da tutta Italia, un po’ tutti con lo stesso finale: “Non mollare, siamo al tuo fianco”. Il gioielliere non si pente: “La gente è con me, la vittima sono io”.