x

x

Vai al contenuto

Il Financial Times stronca il Recovery fund: “Fumo negli occhi”

Pubblicato il 02/06/2020 12:29

Il Recovery fund non è affatto quello che sembra, anzi è pure peggio di quello che in realtà è. In tanti lo stanno dicendo. “Fumo negli occhi” è l’opinione che compare sul Financial Times e che esprime l’economista Wolfgang Munchao con la metafora per rappresentare cosa sia il Recovery fund. Uno “stimolo di fondi pari allo 0,6% del Pil Ue, cioè nulla”. 

Ashoka Mody, docente a Princeton (USA), parla del “pacchetto dell’Ue come se, al pronto soccorso in ospedale, venisse fatta la promessa di  una bendatura tra sei mesi a chi ha subito una frattura traumatica”. Se non vogliamo andare incontro a una grave crisi economica e umanitaria, “bisogna curare subito la ferita”.

Naturalmente in Italia ‘chi doveva’ ha dipinto il piano di Ursula von der Leyen come una grande vittoria del governo Conte-Gualtieri. Hanno confuso le acque per far credere che l’Italia avrebbe ricevuto in regalo i fondi provenienti dai 500 miliardi. Ma abbiamo visto che non è così. 

Secondo Munchau i tanto ineggiati “500 miliardi a fondo perduto altro non sarebbero che 400 miliardi di trasferimenti, che non andrebbero oltre i 310 miliardi spalmati in 4 anni”. E non solo, perchè “essendo questi fondi condizionati al perseguimento di obiettivi stabiliti dall’Ue, è assolutamente possibile che non vengano spesi tutti”.

Parere in linea con quanto espresso da Ashoka Mody, il quale spiega all’interno del podcast intitolato “L’Ue non vuole salvare l’Italia” che, considerata la gravità della situazione economica, l’Italia necessita di uno stimolo serio, un intervento dell’ordine del 10-15% del Pil.

Non solo gli ‘aiuti’, che dovremo restituire con gli interessi perchè nulla ci verrà regalato, saranno insufficienti, ma potrebbero essere anche meno del contibuto che dovremo versare. A dirlo è proprio un giornale tedesco, il Faz, il quale introduce alcune considerazioni in base alle quali l’Italia rischia addirittura di pagare più contributi di quanto riceverà indietro con i sussidi: “se i paesi non appartenenti all’area euro fossero autorizzati a rinunciare al Recovery Fund, aumenterebbero gli oneri di rifinanziamento per i restanti paesi”.