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Il caro carburante è una truffa. Ecco la prova della speculazione che Draghi non vuol fermare

Pubblicato il 16/03/2022 09:02

I listini di benzina e gasolio hanno fatto registrare, in queste ore, una limatura al ribasso. Ma le buone notizie sono in realtà poche, pochissime per le famiglie che continuano a dover far fronte a spese insostenibili, con le bollette schizzate alle stelle e il costo del carburante arrivato, di colpo, a superare nettamente i due euro al litro. I prezzi alla pompa sono infatti rimasti invariati, altissimi, nonostante il petrolio sia nel frattempo sceso al di sotto di quota 100 dollari al barile. A non aiutare gli automobilisti è oltretutto anche l’attuale cambio euro-dollaro.

Come raccontato da Jacopo Gilberto sulle pagine del Sole 24 Ore, la sensazione diffusa in queste ore è che i prezzi del carburante siano tanto rapidi nel salire quanto lenti, poi, nel riassestarsi su livelli più accettabili. Oggi un barile di petrolio è arrivato a costare 118-120 dollari, ma il cambio con l’euro è ormai quasi alla pari e per gli europei il costo di un barile è di 108 euro, una ventina di euro in più rispetto a marzo: “Se al prezzo che paghiamo si toglie il morso del Fisco più affamato del mondo, il costo industriale dei carburanti italiani è più mite perfino della media europea”,

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani aveva scatenato polemiche e indignazione nei giorni scorsi parlando di una forte speculazione in atto, con riferimento ai mercati internazionali dove si negozia il petrolio virtualmente, senza relazioni con i giacimenti, le raffinerie, i tir che lo trasportano. Ma in Italia quella che è scattata sembra piuttosto “una corsa agli accaparramenti da parte degli intermediari di prodotti petroliferi. Non è un caso se l’Assoenergia Assopetroli, che raccoglie le aziende meglio strutturate dei carburanti all’ingrosso, ha denunciato la scarsità di prodotto sul mercato e in alcune zone, soprattutto nel Mezzogiorno, ci sono stati razionamenti di gasolio”.

Pesano poi, tantissimo, le tasse. Il disincentivo fiscale nella rilevazione del 15 marzo ci dice che “i 2,18 euro al litro di benzina sono formati da 1,06 di prezzo industriale, 72,8 centesimi di accisa e 39,4 centesimi di Iva. I 2,15 euro del litro di gasolio sono formati da 1,14 euro di prezzo industriale, 61,7 centesimi di accisa, 38,8 centesimi di Iva. In questi giorni gli italiani hanno scoperto che il gasolio è più caro della benzina e ciò che lo fa costare di più è la penalizzazione fiscale più pesante”.

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