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Il ballo delle poltrone nel governo Draghi: 55 incarichi ancora da spartire

Pubblicato il 06/05/2021 10:00 - Aggiornato il 06/05/2021 13:08

Con il fronte Ilva sistemato dall’arrivo di Franco Bernabé, Carlo Mapelli e Stefano Cao, e con Francesco Caio nel frattempo diventato nuovo amministratore delegato di Saipem, la partite per le nomine continua tra i partiti della maggioranza, con tante poltrone di peso ancora alla ricerca di qualcuno che le occupi. 55 le cariche ancora da assegnare, entro il 31 agosto 2021, in 27 diversi enti pubblici. Un numero al quale vanno poi aggiunti consigli di amministrazione e collegi sindacali delle partecipate del Tesoro, delineando così un mosaico pieno di tasselli da sistemare con cura.

Il ballo delle poltrone nel governo Draghi: 55 incarichi ancora da spartire

Per qualche capitolo che si avvia già alla sua conclusione, tanti altri ne restano ancora aperti, con i partiti ancora impegnati in un estenuante braccio di ferro per avere la meglio l’uno sull’altro. Anvur, Cnr, Comitato Sicurezza Operazioni in Mare, Covip, Enac, Inapp, Infn, Ismea, Uits e parchi sono ancora alla ricerca di una soluzione definitiva, mentre in Aci, Consorzio Area Scientifica di Trieste, Ente Nazionale Risi, Centro Sperimentale di Cinematografia, Istituto Nazionale di Ricerca Meteorologica e Cnr vanno invece verso un ricambio già delineato.

Nel bel mezzo della pandemia, con gli italiani chiusi in casa in attesa ancora di poter tornare a una vita normale, è qui che i partiti concentrano in questi giorni le loro energie. Anche perché in ballo ci sono stipendi niente male, che fanno gola. Come rivelato da Milano Finanza, la partita si è infiammata con l’arrivo di Mario Draghi, che ha creato nuovi ministeri e ne ha rimescolati altri. Costringendo così le varie formazioni a rifare i conti da capo, in una logica di spartizione del potere in cui tutti vogliono portare a casa qualche punto prezioso.

Il nuovo titolare della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, per esempio, si troverà a occuparsi di sette enti, mentre la matassa più ingarbugliata è nelle mani del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità guidato da Enrico Giovannini, che ne deve invece gestire addirittura otto, con la collaborazione di Camera, Senato e delle commissioni parlamentari.

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