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“I nostri cari trattati come rifiuti, vogliamo giustizia!” L’urlo del Comitato Nazionale Vittime del Covid

Pubblicato il 07/09/2022 18:05

“Abbiamo tutte e tutti una cosa orribile che ci accomuna, siamo tutti familiari di vittime Covid, morte in ospedali. Alla luce di quanto abbiamo vissuto e del confronto tra noi tutti, siamo convinti che la malasanità abbia ucciso più del Covid stesso e che migliaia di vite potevano essere salvate”. Inizia così la presentazione del “Comitato nazionale vittime del #Covid19”, creato appositamente dai familiari degli scomparsi per chiedere che venga fatta luce sulle reali cause che hanno portato alla morte decine di migliaia di persone durante il primo periodo pandemico.
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I nostri cari trattati come rifiuti

Il comunicato prosegue col durissimo sfogo dei parenti delle vittime, che attraverso un video caricato su YouTube hanno raccontato tutto il loro dolore: “Non basta, il trattamento ricevuto dai nostri cari durante la degenza e dopo la loro morte è indegno e viola ogni diritto umano. Nessuna possibilità di assistenza da parte dei familiari, nessun ultimo saluto, nessun conforto religioso, nessun riconoscimento del cadavere che è stato denudato, lavato con varechina, imbustato in un sacco nero e smaltito in un inceneritore come un rifiuto. Con il colpevole silenzio della Chiesa. Questo tremendo lutto ha distrutto psicologicamente noi e le nostre famiglie nell’indifferenza totale di tutti, in primis lo stato che, tra migliaia di bonus, non ha ritenuto opportuno fornire un supporto psicoterapico e, in alcuni casi, economico, laddove necessario”.
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Un problema sociale oltre che sanitario

Ma quella causata dal Covid non è stata una semplice pandemia. Durante gli ultimi due anni e mezzo, infatti, abbiamo toccato di certo uno dei punti più bassi dell’intera storia della civiltà. Su questo punto concordano anche i membri dell’associazione, che “L’indifferenza è venuta anche da tutti coloro i quali non sono stati colpiti da questo lutto, accrescendo il nostro senso di colpa e la nostra solitudine. Abbiamo quindi fondato un comitato costituito da persone come noi per darci una mano, perché solo chi ha vissuto un’esperienza simile può comprendere fino in fondo il dolore che genera una morte così. Il nostro scopo principale è far sì che le istituzioni abbattano quel muro di omertà che hanno costruito attorno al proprio operato, agli ospedali, alle Asl”.
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La magistratura deve intervenire

Tramite il comunicato, i familiari dei caduti lanciano una serie di considerazioni su quello che è lo stato della sanità pubblica in Italia. Domande, quelle poste dai membri del Comitato nazionale delle vittime del #Covid19, che di certo scatenano riflessione e indignazioni in chi, come loro, crede di essere vittima di un sistema che non assolve al suo ruolo in modo consono: “Vi sentite sicuri nel farvi curare in una struttura pubblica? Siete sicuri che non capiterà anche a voi la nostra stessa sorte. Siamo ancora in tempo per cambiare le cose, almeno per voi, ma dobbiamo farlo ora o mai più. Cosa chiediamo? Che la magistratura venga lasciata libera di indagare su quanto avvenuto negli ospedali, che vengano avviate commissioni di inchiesta regionali e nazionali per definire responsabilità collettive e individuali e che i responsabili paghino la giusta pena, che i familiari delle vittime covid non siano più invisibili ma vengano supportati psicologicamente e, nel caso, economicamente, che si proceda ad una riforma sanitaria seria che metta al centro il paziente e i suoi familiari e non gli interessi dei baroni e delle case farmaceutiche.
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Unitevi alla causa per ottenere verità e giustizia

Infine, i parenti delle vittime da Covid lanciano un appello a tutti coloro i quali si trovano in una situazione analoga alla loro, in nome di quella giustizia che meriterebbe di essere applicata in un contesto tanto delicato: “Vogliamo verità e giustizia, ridare dignità ai nostri cari e riformare la sanità mettendo al centro paziente e familiari. Mai più deve ripetersi quello che è successo e sta succedendo. Le persone come noi sono centinaia di migliaia ma noi siamo molti di meno e con questi numeri nessuno ci ascolterà, lasciando i nostri cari senza giustizia, senza verità, senza dignità. Ecco perché vi chiediamo di unirvi a noi in una battaglia di civiltà che non riguarda solo noi, oramai rotti nell’anima per sempre, ma riguarda anche chi pensa di aver riacquistato la tanto agognata normalità. Nonostante il grande dolore che vi paralizza, unitevi a noi attivamente e aiutateci in questa battaglia perché nessuno lo farà per noi, è bene che lo sappiate”.

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