Il ministro della Salute Schillaci ha rilasciato una lunga intervista a Maddalena Loy per LaVerità da cui emergono molti spunti importanti, su tutti la posizione del ministro stesso e del governo sul Green pass globale e sui “pieni poteri” dell’Oms. Schillaci, però, sottolinea l’importanza del fascicolo sanitario elettrico, e spiega qual è la differenza con il Green pass: “Il fascicolo sanitario elettronico è prima di tutto uno strumento a vantaggio del cittadino che può disporre della sua storia clinica attraverso un unico punto di accesso digitale. La digitalizzazione semplifica e consente al proprio medico e agli specialisti di potersi interfacciare più facilmente. E aiuta anche l’appropriatezza prescrittiva. Il Fascicolo è di aiuto anche ai farmacisti che seguono i pazienti nel seguire correttamente una terapia. Ci stiamo lavorando in stretto raccordo con il Garante della privacy perché sappiamo bene che è essenziale un trattamento sicuro dei dati. Riguardo al green pass globale dell’Oms, gli Stati europei non hanno l’obbligo di adesione e l’Italia non aderirà”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come sottolinea Maddalena Loy, molti passaggi controversi del Trattato pandemico sono stati soppressi, per poi rientrare dalla finestra attraverso gli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale, che conferisce poteri assoluti al dg dell’Oms (può imporre lockdown, vaccinazioni obbligatorie, quarantene, blocco delle merci, chiusura delle frontiere…). A tal proposito Schillaci ha detto: “L’Italia ha sempre sostenuto che la parte maggioritaria dei fondi debba essere di provenienza degli Stati. Ciò aumenterebbe il peso specifico degli Stati stessi. Confermo quello che ho detto, la posizione di questo governo è di salvaguardare gli interessi dell’Italia contro qualsiasi logica di potere assoluto e lo faremo utilizzando gli strumenti a disposizione”. (Continua a leggere dopo la foto)
Insiste Maddalena Loy: “Durante la pandemia si diùceva che chi non era vaccinato «occupava le terapie intensive». Ora, affinché il sistema sanitario possa definirsi «pubblico», tutti devono aver diritto ad accedervi. Se iniziamo a dire che alcuni contribuenti non lo «meritano», il concetto di «sanità pubblica» non perde significato, rischiando di portare a derive da Stato etico? Una domanda fondamentale, a cui Schillaci replica così: “Non ci sono cittadini che “non meritano” di accedere al servizio pubblico. Tutti vi accedono. Durante la fase acuta del Covid, quando ancora non c’era la disponibilità del vaccino, tutti i casi gravi finivano in terapia intensiva tanto che è stato necessario aumentare i posti in tutta Italia. Superata quella fase terribile, i monitoraggi sui posti letto di terapia intensiva indicavano che era più frequente l’ingresso in terapia intensiva delle persone non vaccinate che avevano sviluppato la forma grave della malattia. C’è anche chi non si è vaccinato e non ha contratto il Covid. Il tasso di occupazione è una definizione tecnica, non è un’accusa. Riguardo alla prevenzione, prevenire non è “condizione” per l’accesso ai servizi sanitari, ma ribadisco che sono fermamente convinto che sia un dovere verso se stessi e verso la collettività. Ferma restando la libertà individuale, lo Stato ha il dovere di informare su quali siano le scelte migliori per evitare di ammalarsi”. (Continua a leggere dopo la foto)
Infine, il capitolo nuove terapie mRna. Dice Schillaci: “Io credo nella scienza e nei progressi che in tutti questi anni ci hanno permesso di trattare malattie, anche gravi, un tempo considerate incurabili. La Costituzione prevede che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Mi sembra che sia una tutela chiara”.
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