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“Green pass diventerà forma di controllo permanente”: la cupa previsione di Cacciari

Pubblicato il 11/11/2021 18:06

Massimo Cacciari ha partecipato, insieme ad Ugo Mattei e Giorgio Agamben, ad un convengo sulle «Politiche pandemiche», organizzato da Generazioni future e andato in streaming ieri sulla pagina Facebook dell’associazione. Tutti e tre i pensatori hanno detto la loro sulla misura del green pass. Il più critico, però, forse è stato proprio Cacciari.

Secondo Cacciari infatti «l’idea sembra quella di trasformare il lasciapassare in una forma di controllo permanente e sempre più pervasiva, perché la pandemia non terminerà a breve. Il virus muterà, di conseguenza ci sarà bisogno di altre vaccinazioni e con ogni probabilità sarà prevista la richiesta di presentare una carta che renda conto delle inoculazioni fatte». Second «da una situazione emergenziale a un contesto in cui verrà ristrutturato un sistema di governo tecnico politico che userà, volente o nolente, le circostanze per neutralizzare le ragioni di conflitto. Il momento per il Paese è cruciale. I soldi del Pnrr da investire e l’enorme debito pubblico da rinsaldare potrebbero creare gravi dissensi e ostilità all’interno della società, che verranno neutralizzati alla radice, in maniera tale» secondo l’intellettuale «che i soldi possano andare dritti nella direzione del prodotto interno lordo, acuendo maggiormente le differenze di classe».

Anche il giurista e accademico Ugo Mattei ha prodotto un’attenta riflessione sulla carta verde, in particolare soffermandosi sulla parte relativa ai diritti individuali. Mattei asserisce che il passaporto verde sia il ritorno della logica di controllo priva del diritto, proprio come succede già nel Web; il meccanismo del «o tutto o niente», per cui si può accedere ai social o ai siti web solamente se si dà il via libera al controllo dei propri dati sensibili. «E siccome il diritto non esiste più online, si può vivere senza diritto anche offline» spiega Mattei. Il giurista inoltre vede la problematicità del green pass anche per la creazione di un precedente, per cui oggi è legato alla cura vaccinale, ma un domani potrebbe essere legato alla quantità di contante utilizzato o ai libri letti. L’intervento di Giorgio Agamben si è concentrato invece su cosa possiamo e dobbiamo fare in un contesto in cui la civiltà ha fatto bancarotta, a tutti i livelli: economico, politico, religioso, giuridico, intellettuale «Sul piano individuale bisogna continuare a fare bene ciò che si faceva bene prima, ma non credo che questo ci basti», dice il filosofo.

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