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Rissa nel governo, è tutti contro tutti. Draghi pronto alle dimissioni?

Pubblicato il 13/07/2022 12:54

Cosa succederà al governo Draghi dopo le recenti tensioni? Si arriverà a un’intesa che assicuri all’esecutivo di arrivare alla fine della legislatura o sarà inevitabile una crisi? Domande che in queste ore stanno tenendo impegnati gli analisti e gli stessi leader dei partiti a sostegno del premier. Con l’incognita, ovviamente, del M5S: la linea ufficiale non è ancora stata annunciata, ma da quanto emerso in queste ore il 14 luglio, giorno del voto di fiducia sul Dl Aiuti, i grillini potrebbero assumere una posizione clamorosa.

Il Consiglio nazionale del M5S si è riunito per discutere il da farsi e la sensazione è che i senatori grillini possano addirittura uscire dall’Aula al momento del voto sulla mozione di fiducia, che a Palazzo Madama include merito del provvedimento e gradimento al governo. Secondo alcune interpretazioni, questa mossa servirebbe a marcare una distanza dal resto dell’esecutivo, senza però la volontà di un vero e proprio strappo.

Nonostante l’abbandono dell’Aula, dunque, il sostegno a Draghi rimarrebbe, almeno per ora. Ma se dovesse passare questa linea, il rischio sarebbe altissimo: il premier ha infatti già lasciato trapelare tutto il proprio malcontento e un altro segnale di sfida aperta potrebbe trasformarsi nella proverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Non manca chi sostiene che l’ex presidente della Bce sarebbe addirittura pronto alle dimissioni.

Non si dovesse tornare a toni conciliatori col M5S, Draghi potrebbe fare un passo indietro proprio il 14 luglio, al termine del voto in Senato. In caso di mancato supporto dei grillini al Dl Aiuti, il premier potrebbe salire subito al Colle da Sergio Mattarella: secondo Repubblica, a quel punto la disponibilità di Draghi per un eventuale bis sarebbe tutta da valutare, con il Presidente della Repubblica che a quel punto potrebbe però giocare un ruolo chiave nel convincerlo a un secondo mandato.

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