Non si sono ancora placate le polemiche sulla lista dei “filo-putiniani” pubblicata dal Corriere della Sera, testimonianza di come la nostra intelligence starebbe tenendo d’occhio opioninisti e giornalisti che hanno assunto posizioni “sospette” sul conflitto in Ucraina. Un caso che ha fatto discutere, e parecchio. E sul quale è intervenuto ora il sottosegretario alla presidenza del Consiglio per la Sicurezza della Repubblica Franco Gabrielli: “Il perdurare di una campagna diffamatoria circa una presunta attività di dossieraggio da parte della comunità di intelligence, in realtà inesistente, mi ha convinto a chiedere al Dis di declassificare il tanto evocato ed equivocato bollettino sulla disinformazione che avrebbe ispirato il noto articolo apparso sul Corriere della Sera”.
Gabrielli, nel corso di una conferenza stampa tenuta in collegamento da casa perché positivo al Covid, si è detto stanco dei “sospetti infamanti” sui servizi segreti italiani e spiegato che il testo pubblicato dal Corriere “compendia l’attività di uno specifico tavolo creato nel 2019, coordinato dal Dis e al quale partecipano Aise, Aisi, ufficio del Consigliere militare del premier, ministeri di Esteri, Interno, Difesa, dipartimento dell’Editoria di Palazzo Chigi, Mise, Agenzia per la cybersicuezza e Agcom”. Un piccolo fascicolo consegnato alla stampa per tentare di spazzar via la bufera mediatica.
Una questione per niente chiusa, però, visto che Gabrielli ha lasciato capire che ci sarà un’indagine interna: “Il fatto stesso che un documento classificato sia stato diffuso è una cosa gravissima e nulla rimarrà impunito. Il documento è arrivato nelle mani dei giornalisti non perché sceso dal cielo. È stato editato il 3 giugno e le stesse tempistiche fanno pensare che ci sia stata una mano solerte. Non esiste un Grande Fratello in Italia. Nessuno vuole investigare sulle opinioni delle persone. Si riesumano tempi e circostanze che ci eravamo lasciati alle spalle”.
Infine, un passaggio che non ha mancato di suscitare polemiche. Secondo Gabrielli infatti una cosa è la liberta di opinione, altra “sono le fake news e la loro orchestrazione che, qualora accertata, potrebbe essere oggetto di un’attività di altro tipo”. Un passaggio che ha spaventato non poco gli utenti in rete, che hanno iniziato subito a rilasciare commenti allarmanti: “Quindi ora saranno i servizi segreti a stabilire se una notizia è vera o no?”. Una domanda alla quale è difficile, oggi, dare una risposta.
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