Una partita fondamentale, quella delle Regionali, forse decisiva per la sopravvivenza stessa del governo. E dall’esito ancora incerto, con lo schieramento giallorosso che si presenta diviso all’appuntamento con le urne e che rischia di incassare una sconfitta pesante. Quanto? A provare a fare chiarezza, attraverso le pagine de La Verità, è stata la direttrice di Euromedia Research Alessandra Ghisleri, che ha identificato nel 4-2 per il cetnrodestra il risultato più probabile del prossimo 20-21 settembre.
Liguria, Veneto, Marche e Puglia dovrebbero probabilmente andare, quindi, al centrodestra. Con il rischio che il centrosinistra possa però perdere anche la Toscana: “Il governatore uscente Enrico Rossi è stimatissimo dalla popolazione e la sua mancata ricandidatura – ha spiegato la Ghisleri – non gioca a vantaggio di Eugenio Giani, in difficoltà perché poco conosciuto”. Di contro la leghista Susanna Ceccardi ha potuto contare “su una campagna elettorale in cui il leader del suo partito, Matteo Salvini, si è speso molto. Saranno decisivi gli ultimi 15 giorni”.
Dato per scontato o quasi l’esito del voto in quattro Regioni (non sembrano esserci ostacoli di fronte al successo di Zaia in Veneto, Toti in Liguria, De Luca in Campania e Acquaroli nelle Marche), l’altro fronte caldo è quello della Puglia: “Il centrodestra che sostiene Raffaele Fitto è in vantaggio. Dall’altra parte, tutto si gioca sul voto disgiunto tra i 5 Stelle e il governatore uscente Emiliano. Questa d’altronde è la Regione-laboratorio in cui si vedono gli effetti delle politiche dell’esecutivo, i movimenti di Di Maio, i rapporti di forza nel centrodestra. Senza dimenticare che è anche la terra di Giuseppe Conte”.
Un inizio di anno scolastico problematico potrebbe, secondo la Ghisleri, giocare un ruolo decisivo sul voto “ovviamente a danno di chi l’ha gestito”. Attenzione, dunque, alla possibilità che la coalizione giallorossa perda altro consenso di qui al 20 settembre. Non dovrebbero esserci invece sorprese sul fronte taglio dei parlamentari, nonostante sia cresciuto il partito del “no” nelle ultime settimane: il “sì” resta avanti in ogni proiezione.
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