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Germania e Italia, vincitori e vinti. Euro, gli sconcertanti numeri di una disfatta

Pubblicato il 25/08/2020 16:37

Che l’Europa fosse tutto un inganno politico a vantaggio di pochi lo sapevamo da tempo. Una gabbia in cui soprattutto la Germania, accompagnata dai paesi del Nord, si sente libera di esercitare il proprio dominio.

E non sorprende che proprio chi si arroga il diritto di spadroneggiare, sia chi dall’introduzione dell’euro ha tratto maggior vantaggio. E lo diciamo a gran voce e con dati alla mano. “Dal momento in cui c’è stato il lancio della moneta unica europea un cittadino tedesco ha guadagnato mediamente 23 mila euro, di contro un italiano ne ha persi ben 74 mila”. Il Cep ha calcolato che “la Germania, dal 1999 al 2017, ha guadagnato complessivamente 1.893 miliardi di euro, i Paesi Bassi hanno guadagnato circa 346 miliardi. La maggior parte degli altri Stati ha invece registrato perdite”.

Mentre la Germania saliva e gonfiava i propri sacchi di grano, i nostri si svuotavano. Noi siamo il Paese che ci ha rimesso di più, “in nessun altro Paese, tra quelli esaminati, l’euro ha portato a perdite così elevate di prosperità”.

Tali dati, riferiti da Affaritaliani, sono quelli che dimostra il rapporto dello studio “20 anni di Euro: vincitori e vinti”, realizzato dal Cep, il Centre for European Policy di Friburgo. Si tratta di un documento che evidenzia tutte le disuguaglianze di un’Unione che non ha mai funzionato e che ha iniziato a prosciugarci fin dalla sua nascita costringendo il nostro bel Paese a piegarsi alle rigide regole dei tagli. Sforbiciata dopo sforbiciata il nostro sistema sanitario, scolastico e non solo, sono stati depauperati, letteralmente ridotti a brandelli.

E adesso la situazione si presenta anche peggiore. “Il problema della competitività tra i vari Paesi è più attuale che mai”, riporta il dossier dello studio. L’introduzione dell’euro ha contribuito a erodere la competitività degli Stati generando “una minore crescita economica, un aumento della disoccupazione e il calo delle entrate fiscali”.

Per queste e tante altre motivazioni noi diciamo “No all’Europa per l’Italia” e decidiamo di liberarci per sempre dalle catene dell’eurogabbia.