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Gas, vince la Russia. Le sanzioni hanno arricchito Putin e impoverito noi. I numeri di una disfatta

Pubblicato il 23/08/2022 12:48 - Aggiornato il 23/08/2022 12:52

Ci hanno raccontato per mesi la favola delle sanzioni europee che avrebbero piegato la Russia di Putin, costringendola a interrompere l’invasione dell’Ucraina perché messa in ginocchio sotto il profilo energetico. A partire dal colosso Gazprom, l’azienda che più di tutte avrebbe dovuto accusare il contraccolpo delle decisioni dei Paesi del Vecchio Continente. Il risultato, mesi dopo l’inizio delle operazioni militari, è invece esattamente l’opposto: siamo noi europei a trovarci alle prese con bollette alle stelle, mentre il gigante statale dell’energia russa continua a macinare profitti come mai prima d’ora.

Come raccontato da Fabio Pavesi sulle pagine de La Verità, la conferma arriverà il 30 agosto con la pubblicazione dei dati di bilancio del primo semestre Gazprom. Di sicuro, però, sarà un successo. Il continuo stress sui prezzi, alimentato dai tagli operati nei flussi diretti verso l’Europa, ha finito infatti per riempire di utili le casse dell’azienda simbolo del governo di Vladimir Putin: secondo gli analisti, soltanto nei primi 6 mesi del 2022 i profitti sarebbero già intorno ai 30 miliardi di dollari.

Se questi numeri saranno confermati, Gazprom porterà a casa l’intero monte utili di tutto il 2021, che era già stato un anno record per la compagnia. Un risultato mai toccato nella storia dell’azienda, più che duplicato rispetto al 2020. La logica, secondo gli analisti, sarebbe semplice: vero che i tagli delle forniture hanno comportato un calo nella produzione e nei volumi delle esportazioni del gigante russo, scesi del 13% a livello globale. Ma è altrettanto vero che a compensare questo sacrificio è stato il continuo aumento dei prezzi unitari.

Il violento incremento delle quotazioni del gas sulle piazze finanziarie ha finito per avere effetti benefici per il colosso russo, che ha più che compensato le minori esportazioni. Non è un caso che nei giorni scorsi la stessa Gazprom abbia anticipato un possibile, nuovo boom del prezzo del gas, forse addirittura del 60% con l’arrivo dell’autunno. Insomma, quelle sanzioni che doveva rappresentare la fine della potenza finanziaria dell’azienda si sono rivelate, col senno di poi, una benedizione. Eppure l’Europa continua a insistere, convinta della bontà della linea intrapresa.

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