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Pos e pagamenti in contanti, l’Ue blocca l’Italia: Meloni stoppata dall’Europa. Cosa c’è dietro

Pubblicato il 29/11/2022 08:26

Limite a 30 euro, a 60 euro? Lascia o raddoppia. E chi lo sa. Uno dei tanti spot elettorali del governo Meloni per imbonirsi i commercianti si sta lentamente sgonfiando. L’esecutivo infatti prende tempo sui pagamenti con bancomat e carta, con la bozza della manovra circolata nel weekend che prevedeva l’inserimento di un limite all’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti digitali senza incorrere in sanzioni. Come rivela Il Tempo e come confermato da una nota di Palazzo Chigi, “sul tema delle soglie al di sotto delle quali gli esercizi commerciali non sono tenuti ad accettare pagamenti con carte di pagamento, sono in corso interlocuzioni tra il Governo e la Commissione europea dei cui esiti si terrà conto nel prosieguo dell’iter della legge di bilancio”. Dunque, a mettere ancora una volta il freno sarebbe l’Unione Europea, che proprio ce l’ha a morte con gli italiani, soprattutto i piccoli e medi imprenditori, gli artigiani, i piccoli esercizi commerciali. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma come è nato tutto il dibattito intorno a questa vicenda? Inizialmente il governo aveva fatto sapere che avrebbe tolto l’obbligo di accettare pagamenti bancomat senza alcun tipo di soglia. Di qui l’idea di fissarla a 30 euro. Sotto i 30 euro, dunque, i commercianti avrebbero potuto rifiutarsi di accettare il pagamento elettronico. In un secondo momento, poi, forti dei riscontri positivi degli esercenti per questa idea, i membri della maggioranza hanno voluto alzarlo ulteriormente, portando il tetto a 60 euro. Il governo avrebbe così modificato la norma che attualmente fissa l’obbligo di accettazione di carte e bancomat da parte di esercenti, artigiani e professionisti per qualsiasi importo. Poi che è successo? (Continua a leggere dopo la foto)

La necessità di mettere in stand-by l’esenzione dall’obbligo del Pos matura a Palazzo Chigi quando le strutture tecniche prendono atto dello stallo nell’interlocuzione con Bruxelles. Come rivela Repubblica, “da tre giorni il governo prova a salvare la norma inserita nella legge di bilancio. I tecnici della Commissione sono perentori: la misura sui Pos sconfessa la lotta all’evasione fiscale che era stata intrapresa, e con successo, da Mario Draghi. E per la quale era già arrivata una tranche di fondi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ora Bruxelles chiede conto del dietrofront e il governo non ha altre misure da mettere sul piatto per dire che sta provando a contrastare l’evasione in un altro modo. Quello che può fare è attendere il responso dell’Europa. Fonti di governo di primo livello dicono che non si andrà allo scontro, “non è una questione di vita o di morte”. A rimetterci, quindi, saranno ancora una volta gli esercenti italiani. Per volere di chi? Dell’Europa. E anche in questo, quindi, pur con la Meloni al comando – che prometteva cambiamenti – nulla appare mutare.

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