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L’odissea di chi non può rientrare in Sicilia senza Super Green pass: Fabio dorme in macchina

Pubblicato il 14/01/2022 11:28

Sei siciliano e devi rientrare a casa dalla Calabria e non hai il Super Green pass? Peggio per te, resti al di là dello Stretto. Sì, succede anche questo durante questa folle gestione della pandemia in Italia. Tra decreti, leggi e leggine e assurdi divieti, c’è anche una “bizzarra” norma che nega la continuità territoriale tra la Sicilia e il resto d’Italia. E così Fabio Messina, giovane agente di commercio palermitano, di ritorno da un viaggio di lavoro da Genova, è rimasto bloccato agli imbarcaderi di Villa San Giovanni (il paese da cui partono i traghetti dalla Calabria per la Sicilia) con la sua macchina. Bloccato perché sprovvisto del Supergreenpass che gli avrebbe permesso di salire a bordo e raggiungere la sua città. (Continua a leggere dopo la foto)

Vi pare una cosa normale? No, ma del resto nulla lo è più. Al povero Fabio Messina – racconta un quotidiano locale – non è rimasto dunque altro da fare che armarsi di tanta pazienza e dare mandato ad un avvocato per cercare di risolvere quest’anomalia che gli impedisce di tornare al suo domicilio. Nel frattempo, però, ha dovuto dormire in macchina, visto che non si può accedere neanche alle strutture ricettive senza Supergreenpass. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo aver dormito in un sacco a pelo nel piazzale degli imbarcaderi, Fabio Messina è stato poi ospitato da una famiglia di Villa San Giovanni. “Queste gentili persone, di fatto – ha detto Messina all’Ansa – mi hanno tolto dalla strada. Lo Stato non mi dà nemmeno la possibilità di andare in albergo perché anche lì mi chiederebbero il Green pass. La dignità umana, così, finisce sotto i piedi. Con l’assistenza dell’avvocato Grazia Cutrino, del Foro di Trapani, ho presentato ricorso d’urgenza al Tribunale di Reggio Calabria per chiedere che venga annullato il divieto d’imbarco e mi sia consentito di andare in Sicilia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Conclude Fabio Messina: “Si spera che entro 48 ore ci dicano se posso tornare a casa. C’è continuità territoriale e non si vede perché si possa passare tranquillamente tra regione e regione sulla terraferma e nelle isole no. È un problema di diseguaglianza tra italiani, a prescindere dal documento che si ha per salire a bordo di una nave”.

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