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Fabio Fazio dimentica l’abc della democrazia

Pubblicato il 10/09/2021 18:47 - Aggiornato il 17/05/2023 12:00

Nella Fattoria degli animali di Orwell, Clarinetto era la voce della propaganda. Fabio Fazio è Clarinetto, da sempre. È il censore ruffiano, è il megafono del Palazzo che lo ha ripagato con appalti che interessavano la sua stessa società di produzione, oggi pienamente inscatolata nella più importante società di entertainment televisive, la Banijai, la quale ha tolto sia il conduttore sia la stessa azienda radiotelevisiva dall’imbarazzo di una vicenda inopportuna e opaca. (Continua dopo la foto)
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Fabio Fazio è un garantito del partito Rai, è il cocco dei salotti; per questo l’altro giorno si è permesso di infrangere, con la solita sfacciataggine dei conigli mannari, la più elementare regola dell’informazione: negare il diritto di manifestare il proprio pensiero. Fazio Clarinetto, ministro della Propaganda, ha deciso di riscrivere la Costituzione, di eliderne un pezzo, da grigio burocrate della Glavnit. “Niente no vax in tv, ritorniamo ai fondamentali”, ha dichiarato al Foglio, giornale talmente liberale che fa appelli ai conduttori al fine di escludere gli ospiti eretici.

Il manichino meglio retribuito della tv si è auto-investito del compito di catechizzare al buon senso, cioé di mettere al rogo gli eretici. “Ci tocca leggere di professori universitari contrari al green pass”, ha chiosato con quel senso di arroganza propria degli incolti sorpresi dalla libertà di analisi di chi Pensa. Cacciari, Agamben o la provocazione retorica di Barbero sono un’asticella troppo alta per il fabiofazismo, i cui testi di riferimento sono quelli della Litizzetto.

“Bisogna ricominciare come in prima elementare, dai fondamentali: dalla A di abbecedario”. Così se Cacciari richiama la maieutica socratica per arrivare alla conoscenza attraverso le domande, Fazio riparte dalla lettera A condannando – lui ripetente – pure l’ascoltatore alla solita lezione. “E’ il momento di essere un po’ assertivi”, rimarca dandosi un tono. “Lì fuori c’è anche chi va contromano in autostrada. Ma non ci fai un giornale o un talk-show, invitandoli a parlare di guida sicura con il comandante della polizia stradale. Non sono posizioni paritarie”. (Continua dopo la foto)

Ammetto che così tante fesserie in una sola frase era difficile da metterle assieme, però proviamo a entrare nella mente del Propagandista. Andare in contromano in autostrada è reato. Non vaccinarsi, no (c’è solo un obbligo per il personale medico sanitario inteso come eccezione aL principio generale per cui vi è libertà di scelta, seppure nella meschina operazione Green Pass). Pertanto se una fattispecie non è reato né è configurata come illecito (guidare contromano in autostrada lo è) non capisco il motivo per cui l’informazione dovrebbe chiudere una discussione, se non – come nel caso di Fazio – per Propaganda. Aggiungo che se il parlamento non ha per nulla deciso di legiferare in tema di obbligatorietà, una trasmissione che censura il dibattito è fuori dal perimetro del contratto di servizio.

Pertanto Fabio Fazio andrebbe sanzionato, come mi auguro e chiederò. Sto predisponendo le carte in Vigilanza affinché vi sia una audizione del direttore generale e del direttore di rete: se è questo il livello della televisione pubblica, allora siamo alla discriminazione. Onestamente mi sono annoiato di tutti questi ruffiani della censura politicamente corretta e francamente stavolta non me ne infischio. Ergo, chiederò la sospensione della propaganda. Se l’amico Fritz vuole ripartire dall’abbecedario faccia pure, ma le libertà fondamentali sono uscite da un pezzo dal nazisovietismo di Clarinetto.