Proprio nei giorni in cui è stato annunciato l’imminente arrivo delle cosiddette “pillole anti-Covid” prodotte da Pfizer, il colosso del settore farmaceutico che più di tutti si è arricchito con l’esplosione dell’emergenza Covid, ecco scoppiare l’ennesimo scandalo che vede coinvolta proprio l’azienda americana, accusata ancora una volta di poca trasparenza nel rendere noti al mondo i dati relativi alle sperimentazioni effettuate.
Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del Farmaco (Ema) e consulente del commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato ai microfoni di Sky Tg24: “Probabilmente le pillole per curare il Covid saranno disponibili in Italia da gennaio. L’Ema ha dato il via libera, il farmaco della Pfizer sembra molto utile rispetto al molnupiravir. Arriverà a giorni il via libera e la disponibilità ai primi di gennaio, probabilmente”. Tutto pronto, insomma, per un nuovo, ricco business. Nel quale si è prontamente tuffata una multinazionale che, però, in questi giorni è finita nuovamente nel mirino.
A chiamare in causa Pfizer è Trial Site News, “digital media che si occupa al 100% della trasparenza dei trial clinici e della ricerca clinica in tutto il mondo” e che ha pubblicato un’inchiesta firmata da Sonia Elijah che svela l’esistenza di “documenti Pfizer altamente riservati, sinonimo dell’estrema mancanza di trasparenza avallata dal comportamento delle agenzie governative negli ultimi 20 mesi”. Dossier sui quali il mondo della scienza si interroga da tempo, quelli relativi alle sperimentazioni dei vaccini dell’azienda americana. E per i quali, a fine agosto, è stata presentata una richiesta di accesso ufficiale.
Oltre 30 scienziati e accademici hanno infatti intoltrato all’FDA (l’agenzia del farmaco americana) una domanda per visionare i documenti che hanno portato al via libera per il vaccino Pfizer, finito poi sui mercati di tutto il mondo con lautissimi guadagni per l’azienda che lo produce. Con fatica, il gruppo di esperti sta riuscendo a rendere note le pagine ufficiali di quei dossier, per quanto vengano rese note con estrema lentezza, per poi renderle pubbliche. A far discutere è soprattutto il report di 38 pagine intitolato “Analisi cumulativa dei rapporti di eventi avversi post-autorizzazione di PF-07302048 (BNT162B2) ricevuti fino al 28 febbraio 2021”, basato su dati provenienti da vari Paesi del mondo (Italia compresa).
Tra i dati emersi dopo aver esaminato i documenti, secondo Trial Site News, a preoccupare sarebbero le informazioni parziali fornite al mondo e 1.228 decessi registrati entro tre mesi dall’assunzione del vaccino, mai resi noti. Il tutto a conferma della poca trasparenza, durante un trial in cui non è nemmeno stato comunicato il genere dei partecipanti. Per tutte le tipologie di eventi avversi riscontrati, inoltre, sarebbe emerso come le donne siano mediamente 3 volte più colpite rispetto agli uomini, in particolare per quanto riguarda le reazioni allergiche.
Allo stesso modo, Trial Site News evidenzia come dall’analisi originale presentata alla FDA per ottenere il via libera sarebbero stati esclusi i dati sui rischi durante la gravidanza e allattamento. Numeri che “sottolineano 413 casi avversi di cui 84 classificati come gravi” e che sembrano in nettro contrasto con l’analisi ottimista di Pfizer, che aveva affermato di non aver riscontrato pericoli per neo-mamme e future mamme.
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