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“Tutta colpa di mascherine e lockdown”. Ecco come hanno danneggiato i bimbi con scelte illegali

Pubblicato il 22/04/2022 07:15

È in corso un’inchiesta internazionale per capire cosa ci sia dietro i tantissimi casi di epatite acuta nei bambini. In Europa si è registrato un allarmante aumento. E quello che hanno affermato alcuni scienziati britannici ha davvero dell’incredibile, ma solo per alcuni. Gli esperti sostengono infatti che questa epatite possa essere legata al Covid. Ma non al virus in sé, bensì alla sua gestione. Si parla infatti dei lockdown degli ultimi due anni e delle mascherine come principali possibili cause. I recenti gravi casi di epatite nei bambini, che nel Regno Unito sono già arrivati a 108 e in Italia sembrano essere almeno quattro, “sono inusuali” per gli esperti britannici. (Continua a leggere dopo la foto)

Come riporta Repubblica (e anche questo dà speranza), “tra gli studiosi oltremanica sta crescendo dunque il sospetto che siano causati da adenovirus, un tipico virus che generalmente provoca innocui raffreddori o diarrea negli adulti. E che però, in rari casi, può causare problemi più gravi, soprattutto gastrointestinali, nei più piccoli. Ora, secondo “The I” (media nato dall’Independent), è possibile che la scarsissima esposizione della popolazione ai virus più comuni causa lockdown e restrizioni anti coronavirus degli ultimi due anni, abbiano fatto sì che i bambini, tra gli altri, possano aver sviluppato basse difese immunitarie”. (Continua a leggere dopo la foto)

Difese ora probabilmente insufficienti ad affrontare la riapertura delle società e la nuova circolazione di molti virus. “Secondo questa ipotesi e in un tale scenario, l’esposizione meno protetta ad adenovirus potrebbe essere stata una causa primaria per l’esplosione di casi di epatite acuta nei bambini, per cui sinora circa uno su dieci ha avuto bisogno di un trapianto per sopravvivere. Il quotidiano britannico cita uno studio pubblicato sulla rivista medica Eurosurveillance lo scorso 14 aprile, in cui si analizza questa rara epatite acuta rilevata per la prima volta in marzo in Scozia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Lì sono stati registrati 14 casi in poco più di un mese, mentre in media quelli di origine sconosciuta non arrivano a 5 all’anno: “In questo momento”, si legge nel paper, “l’ipotesi più plausibile sembra essere legata all’adenovirus”, cui è risultato positivo il 77% dei bambini colpiti da epatite acuta oltremanica. Concorda Meera Chand, responsabile infezioni Ukhsa, l’agenzia responsabile della sanità pubblica. “Una variante con una sindrome clinica differente o che già circolava in passato”, si legge ancora in Eurosurveillance, “ma che ora sembra avere conseguenze peggiori per i bambini con
meno difese immunitarie. Se così fosse, ciò potrebbe essere causato da lockdown e distanziamento durante la pandemia”.

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