Vladimir Putin potrebbe presto fare scelte “dettate dalla disperazione”, scelte per le quali l’Italia rischia di pagare un prezzo altissimo, abbandonata come sempre al suo destino dall’Europa. Tra i possibili interventi che il leader russo starebbe valutando ci sarebbe infatti il “taglio delle forniture di gas al Vecchio Continente”, un passaggio che comportebbe conseguenze “disastrose” per il nostro Paese. A lanciare l’allarme, attraverso le pagine della Verità, è stato il presidente delle Acciaierie d’Italia Franco Bernabè, ex amministratore delegato di Eni e Telecom.
“Sul gas non è detto che stavolta gli Usa ci salveranno – ha spiegato Bernabè – Per capire cosa sta accadendo dobbiamo prima comprendere come funziona il meccanismo di pagamento del gas. Non c’è uno spostamento fisico di dollari o euro a soggetti russi. I soldi finiscono su un conto della banca centrale russa accreditato presso le banche centrali degli altri Paesi. Oggi, con le sanzioni, quei soldi sono congelati”.
Quel gas, però, lo stiamo ancora pagando e anzi “lo paghiamo molto più di prima. Ma quei soldi sono indisponibili per le autorità russe. È come se non ci fossero. Affinché siano utilizzabili, quegli euro e quei dollari dovrebbero essere trasformati in banconote e portati fisicamente in Russia, cosa ovviamente impossibile”. Per questo Putin chiede ora di essere pagato in rubli. E per questo potrebbe “compiere mosse disperate. Non può fare marcia indietro, perché se anche decidesse ancora di accettare dollari ed euro, non potrebbe comunque spenderli”.
Con le sanzioni Putin potrebbe quindi chiudere i rubinetti? “Possibile. Finora i russi non hanno mai messo in discussione le forniture ma solo perché potevano contare sulle riserve estere. Con le sanzioni, il rischio di interruzione inizia a diventare realistico. Attualmente sono in un vicolo cieco, ma a una belva feroce bisogna sempre ricordarsi di fornire una via d’uscita”.
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