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“Ecco chi specula davvero sui prezzi del carburante”: l’analisi dell’esperto sul caro benzina

Pubblicato il 21/03/2022 08:35

Chi è veramente responsabile per l’aumento dell’energia in Europa, con i prezzi schizzati di colpo alle stelle sull’onda dell’emergenza esplosa in Ucraina e le famiglie finite in ginocchio? Un boom imponente, che ha portato, secondo le stime Ue, a profitti extra pari a 200 miliardi di euro. E di fronte al quale il governo, dopo tanti tentennamenti, ha deciso di tassare produttori e distributori, così da finanziare la manovra da 4 miliardi che servirà ad arginare gli aumenti sui carburanti. Tra gli applausi delle associazioni dei consumatori, che considerano giusta la mossa (per quanto arrivata in ritardo) e la protesta, invece, dei diretti interessati.

La Stampa ha dato voce agli operatori del settore petrolifero italiano, che hanno tuonato: “Non serve tassare gli extra-profitti, ma agire sul lato di offerta e tassazione. La situazione emergenziale è senza precedenti”, addirittura “più grave” della crisi degli anni Settanta. Claudio Spinaci, presidente dell’Unione energia per la mobilità (Unem) ha parlato di preoccupazione “non tanto per la disponibilità di greggio nelle raffinerie, ma sulla tenuta finanziaria dell’intero comparto a causa dei costi che le stesse devono sostenere prima per l’acquisto della materia prima greggo e poi per la sua lavorazione”.

La richiesta delle associazioni di categoria, quindi, è quella di intervenire su tasse e accise e non sugli extra-profitti, visto che i prezzi in Italia sono la conseguenze delle fluttuazioni del greggio su scala mondiale. Una richiesta di tagli sulle tassazioni condivisa anche dai consumatori, che hanno sottolineato ancora una volta come il peso fiscale sui carburanti sia prossimo al 50% nella media europea e del 60%, invece, per il nostro Paese. “Il governo tagli le accise – è stato l’appello di Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli – già ora ci sono enormi problemi di approvvigionamento”.

Confindustria e Unem hanno poi invitato a puntare sulle energie rinnovabili, evitando di tassarle: la richiesta è quella di un intervento sui biocarburanti con “la duplice finalità di ridurre il costo per i consumatori e promuoverne l’utilizzo, anche oltre gli obblighi”. Un tema che continua a far discutere, visto che le componenti bio presenti nei combustibili sono soggette alla medesima accisa del prodotto con cui sono miscelate. Al momento, le fonti rinnovabili hanno coperto un quinto dei consumi complessivi di energia: non poco ma nemmeno abbastanza.

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