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“È dannoso per la nostra salute e irrealizzabile.”La protesta di Italexit contro l’installazione del rigassificatore

Pubblicato il 19/11/2022 12:13 - Aggiornato il 19/11/2022 12:14

Portoscuso, cittadina sul mare ubicata nel territorio del Sulcis Iglesiente della Sardegna, come Piombino in Toscana, è stata scelta per ospitare uno dei rigassificatori individuati dal governo Draghi per importare GNL nei prossimi anni. Questo progetto,  nato per far fronte ad un’emergenza energetica, presentato dalla SNAM vede una posizione nettamente contraria da parte delle istituzioni dell’amministrazione comunale di Portoscuso; in quanto da un punto di vista tecnico appare irrealizzabile ed aggraverebbe la già difficile situazione del porto industriale di Portovesme. Infatti, l’amministrazione di Portoscuso sostiene che l’area portuale non sarebbe praticabile per navi gasiere di queste dimensioni senza prima un importante e necessario dragaggio del fondale portuale dagli attuali 4 mt di pescaggio ad almeno 12 mt. Per questo intervento si è ipotizzato un costo superiore ai 40 milioni di euro e non esiste ad oggi una copertura finanziaria per la realizzazione di questi interventi marittimi,  né viene indicato il soggetto attuatore. Inoltre il sindaco e il vice sindaco hanno ricordato più volte nei  numerosi incontri con la popolazione di Portoscuso che il porto industriale avrebbe bisogno di altre opere molto consistenti economicamente (dai 20 ai 24 milioni) per ciò che riguarda il ribanchinamento e tutte le infrastrutture di servizio e supporto alla gasiera. (Continua dopo la foto)

C’è poi da tenere conto della questione ambientale di Portoscuso e del Sulcis e della salute dei cittadini (esiste già un documento dell’Istituto Superiore della Sanità che elenca i danni sulla salute da inquinamento della gasiera) per l’impatto del nuovo impianto sulla sicurezza degli abitanti di Portoscuso ma anche dei comuni limitrofi del Sulcis come principalmente Carloforte, S.Antioco, Carbonia e Gonnesa. Portoscuso ha pagato un prezzo molto pesante in 50 anni di attività del polo industriale, con vaste aree contaminate dalla presenza di metalli pesanti e non ancora del tutto bonificate. Esistono certamente delle soluzioni alternative a questo mega impianto del gas se si vuole contrastare un’emergenza energetica in tempi brevi, come ad esempio la realizzazione di un piccolo deposito di gas costiero per fare fronte alle esigenze di energia per le aziende dell’area industriale di Portovesme come la Sider Alloys e Eurallumina. Inoltre questo progetto SNAM alla fine determinerebbe un livello del prezzo del gas tra i più alti d’Italia. Per questi motivi il gruppo Italexit della provincia di Cagliari coordinato da G.Muggiri, venerdì 18 Novembre scenderà in piazza a Portoscuso per dire NO alla gasiera insieme ai cittadini e dare sostegno ai loro compaesani di Italexit, Desogus Fabio dirigente Italexit Sardegna per energia e ambiente e a Tiziana Balestrini Candidata Italexit alla Camera Deputati,  entrambi abitanti di Portoscuso. Contrasteremo la realizzazione di questo inutile e nocivo monumento in un paese che ha già dato tanto in 50 anni di attività e pagato un prezzo altissimo con il suo polo industriale. Portoscuso merita di rinascere con tutte le risorse naturali che possiede, con i suoi meravigliosi fondali marini famosi per il corallo, con la sua storia di pesca del tonno rosso e crescere sempre di più in termini di sviluppo economico da industria turistica che crea reali posti di lavoro. 

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