Vai al contenuto

Draghi imbroglia le carte per fregare i balneari. Mattarella che fa?

Pubblicato il 25/02/2022 19:15

In una Nazione dove “per i nemici le leggi si applicano, mentre per gli amici si interpretano”, la storia che vi stiamo raccontando non dovrebbe scandalizzare più di tanto, ma per noi che restiamo fedeli alla Costituzione, alla centralità del Parlamento e al rispetto della collegialità, questa vicenda resta vergognosa. Ancora una volta il governatore del Draghistan ha avuto modo di far assaggiare la sua frusta a una maggioranza prona e pronta a tutto pur di compiacerlo. La scena si svolge in Consiglio dei Ministri dove la scorsa settimana con la massima urgenza la Presidenza del Consiglio presenta un emendamento al decreto Concorrenza per mandare a gara le concessioni balneari. (Continua dopo la foto)

Quell’emendamento viene subito modificato dalla maggioranza stessa e poi approvato, non senza polemiche, all’unanimità. Ma qui inizia il mistero. L’emendamento sparisce e di esso nessuno riceve alcuna copia. Le stesse Regioni chiamate in fretta e furia, con una sospensione di 45 minuti del Consiglio dei Ministri, a dare il proprio parere richiesto per legge, non solo dichiarano di non aver dato alcun parere, ma addirittura affermano di non aver avuto nessun emendamento e che questo sarebbe solo stato loro “descritto”. Ma quell’emendamento esiste e, per capire la gravità di quanto vi stiamo illustrando, esso ha un valore ufficiale perché votato in una seduta formale di Consiglio dei Ministri. (Continua dopo la foto)

Orbene, il testo esiste, ma rimaneggiato, revisionato e corretto, in sostanza completamente stravolto rispetto alla sua versione ufficiale che però non è mai ufficialmente esistita dal momento non era mai stato pubblicata da nessuna parte. Una nuova versione che fa “sparire le poche e deboli tutele previste per gli imprenditori uscenti per lasciare spazio a nuovi criteri tutti a favore delle aziende concorrenti”. Insomma un autentico gioco di prestigio che evidentemente deve andare molto di moda nelle banche d’affari quando gli organi collegiali prendono decisioni non gradite da chi comanda. Un “gioco sporco” che ha mandato in fibrillazione ancora una volta la maggioranza soprattutto perché nella serata di ieri il governo Draghi ha tentato di portare in Senato l’emendamento. Ovviamente non nella sua ectoplasmatica versione iniziale e collegiale ma in quella “sbianchettata” dagli sgherri di lorsignori. (Continua dopo la foto)

Ovviamente nessuno potrà mai esibire il testo originario e approvato all’unanimità dal Consiglio dei Ministri, ma se questo è vero, è vero anche il contrario e cioè che nessuno potrà mai esibire la versione dell’emendamento che il governo ha trasmesso al Senato con sopra apposto il bollino di Palazzo Chigi che accompagna questi atti. Semplicemente perché questa versione non è stata mai approvata. La notte della democrazia si fa sempre più buia e quella maggioranza che poco si curava della marginalizzazione del Parlamento ora scopre che essa stessa e i suoi più alti rappresentanti in Consiglio dei Ministri sono stati, per usare una parola adatta al contesto, “sbianchettati”. Questa volta avranno anche loro da meditare su quando stolto sia stato consegnare la sovranità ad un incappucciato della finanza. A questo punto si aspetta (e si spera) l’intervento del Capo dello Stato.

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure