Aiutare chi non versa in condizioni troppo difficili, abbandonare a loro stessi quelli che, invece, annaspano sotto i colpi di una crisi economica senza precedenti. E pazienza se spesso quelle stesse aziende bollate con termini spietati (“zombie”, “fantasma”) versano in quelle condizioni pur avendo crediti in pancia che, però, lo Stato non paga. O se a far saltare quelle stesse imprese è stata la nostra giustizia, storicamente lenta. Chi non ce la fa, sarà abbandonato al proprio destino. Queste le indicazioni europee agli Stati membri sugli aiuti per sostenere l’economia, in linea con quell’agenda dettata da Mario Draghi in tempi non sospetti.
Prima di salire a Palazzo Chigi, osannato da quasi tutte le forze politiche come presunto salvatore della patria, Draghi si era infatti presentato, a dicembre, agli economisti del G30 con indicazioni precise da seguire: aiutare le aziende redditizie, che hanno un futuro, e assicurare una ordinata uscita dal mercato a quelle che non hanno futuro e non sono riconvertibili. Un cambio di passo sul quale ora sono tornati a insistere i ministri finanziari dell’Ue al termine della videoconferenza con cui hanno accolto il nuovo titolare del Tesoro italiano, Daniele Franco, l’uomo perfetto per piegare ulteriormente il Bel Paese agli ordini della Troika e, proprio per questo, accolto a braccia aperte dai protagonisti del meeting.
Franco presenterà il proprio programma soltanto fra un mese, ma il cambio di marcia è intanto già evidente. Senza citare direttamente Draghi, l’Eurogruppo ne ha adottato già l’impostazione, a partire dalla necessità di “distinguere tra imprese redditizie e imprese che non lo sono” ai fini dell’erogazione degli aiuti pubblici. Un passaggio sottolineato anche dal Commissario europeo Paolo Gentiloni che ha sì invocato “cautela” al momento di effettuare la selezione, ma ha parlato anche della necessità di “distinguere tra imprese non vitali e vitali che necessitano di sostegno”.
Siamo, dunque, all’ennesimo assurdo paradosso di un Paese che ha salvato Alitalia innumerevoli volte, tante che è ormai quasi impossibile contarle, ma abbandona al proprio destino le aziende che non ce la fanno. Gli zombie ai quali Mario Draghi, convinto di essere diventato il Dylan Dog dei fumetti Bonelli, è già pronto a dare la caccia. Senza mostrare, ovviamente, la minima pietà al momento di premere il grilletto.
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