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“Dovremo abituarci a un’iniezione annuale”. Big Pharma ordina e la politica eseguirà

Pubblicato il 18/06/2022 11:52

Appurato che i vaccini fatti finora, terze dosi soprattutto, sono serviti a poco (per non dire a niente), Big Pharma ci riprova ed è pronta a immetterne sul mercato di nuovi, con la promessa che stavolta funzioneranno. E così, tra settembre e ottobre, ecco che ne arriveranno altri. “La nostra versione aggiornata genera contro Omicron il doppio degli anticorpi neutralizzanti rispetto al vaccino attuale”, anticipa in un’intervista con Elena Dusi per Repubblica Andrea Carfi, lo scienziato che dirige il team dei ricercatori che si occupano di malattie infettive per Moderna, negli Stati Uniti. “Ora toccherà alle autorità regolatorie valutare il nostro lavoro. Poi si passerà alla produzione su larga scala. Le fiale dovrebbero essere pronte per l’autunno”. (Continua a leggere dopo la foto)

L’Ema, Autorità europea per il farmaco, ha appena iniziato l’esame del vaccino aggiornato sia di Pfizer che di Moderna, ma è pressoché certo che darà il via libera. Del resto lo aveva dato all’inizio di tutta questa storia senza badare a test e dati ufficiali, perché non dovrebbe farlo ora? Ma come si aggiorna un vaccino? Spiega Carfi: “Abbiamo tentato vari approcci. Una prima versione conteneva metà della dose di Rna (25 microgrammi) con la sequenza genetica della proteina spike del virus di Wuhan, quello emerso in Cina a fine 2019, e l’altra metà della variante Beta, vista in Sudafrica due anni fa. Ora abbiamo completato i test di un vaccino che contiene metà dose di Wuhan e metà di Omicron 1”. Omicron però nel frattempo ha già generato varie sotto-varianti. (Continua a leggere dopo la foto)

Dice Carfi per rassicurare: “Abbiamo testato il nuovo vaccino sia su Omicron 1 che sulle varianti successive. Ora stiamo studiando proprio Omicron BA.4 e BA.5. In ogni caso la risposta immunitaria è stata decisamente più forte rispetto al vaccino usato sinora, che contiene solo la sequenza del virus di Wuhan”. Ma allora perché hanno imposto terze e quarte dosi con un vaccino che si sapeva già essere inutile contro quelle varianti? Perché migliaia di persone – sanitari soprattutto – hanno dovuto perdere il lavoro per questo? (Continua a leggere dopo la foto)

Quali dati chiedono le autorità regolatorie per questi nuovi vaccini? Risponde Carfi: “Per i test abbiamo vaccinato circa 800 volontari che avevano già 3 dosi. Dopo 15 giorni e di nuovo dopo un mese abbiamo prelevato il loro sangue e misurato la quantità di anticorpi neutralizzanti. Non abbiamo visto nulla di diverso rispetto al vaccino attuale. Anche i vaccini dell’autunno saranno sicuri. La protezione dal contagio è un tema complesso. […] Rimane difficile prevenire l’infezione e i contagi. A quell’obiettivo tendono i vaccini intranasali, che generano immunità nelle alte vie aeree, dove avviene l’infezione. Noi come altri gruppi ci siamo lavorando, ma ci vorrà tempo per vederli in uso”. Poi la bordata finale: “Dovremo abituarci a un’iniezione annuale”. E sarà senz’altro così: Big Pharma ordina, la politica esegue.

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