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Djokovic trionfa a Wimbledon: il successo del “no vax” ripudiato da tutti (e la reazione dei virologi “gufi”)

Pubblicato il 11/07/2022 09:32 - Aggiornato il 13/09/2023 12:30

Chissà cosa deve essere passato nella testa di certi virologi-santoni nostrani nel momento in cui il serbo Novak Djokovic si è aggiudicato l’ultimo punto della finale del torneo di Wimbledon, battendo per tre set a uno l’australiano Nick Kyrgios al termine di una sfida durata tre ore di gioco. Sì perché The Joker, come viene soprannominato il tennista fresco di trionfo, era prontamente finito nella lista nera degli scienziati da salotto televisivo, che per mesi e mesi hanno inviato contro di lui anatemi e scomuniche. E che oggi, probabilmente, si trovano a fare i conti con un certo rodimento di fegato.

Un’impresa incredibile, quella di Djokovic, che aveva trionfato anche lo scorso anno contro Matteo Berrettini, nel 2019 contro Roger Federer e nel 2018 contro Kevin Anderson. E che con questo successo supera lo stesso Federer per numero di vittorie in carriera nei tornei del Grande Slam (21 a 20) e si avvicina a Rafa Nadal, a quota 22. Un “mostro” sportivo che i nostri virologi hanno tentato però di trasformare in tutti i costi in un mostro a tutto tondo. Il motivo? La sua scelta di non vaccinarsi, decisione che gli è costata tra l’altro l’esclusione dagli Australian Open e dagli Us Open.

Impossibile, per i nostri camici bianchi, lasciar libero un atleta di scegliere consapevolmente se sottoporsi o meno alla vaccinazione anti-Covid. Immancabili sono arrivate le bordate socia. In prima fila lui, Roberto Burioni, che già all’inizio del 2022 aveva twittato: “Nel 2019 Djokovic ha guadagnato oltre 50 milioni di euro. Mi chiedo perché non si sia preso, magari strapagandolo, un consulente migliore di quello che gli sta rovinando”. Una carriera che, invece, prosegue spedita, arricchendosi di ulteriori record.

Nell’aprile 2022 Burioni si era spinto addirittura oltre, trasformandosi in “gufo” ufficiale di Djokovic e suo detrattore: dopo l’eliminazione del tennista serbo al primo turno del torneo Atp di Montecarlo per mano di Davidovich Fokina, il virologo si era infatti abbandonato alla facile ironia. “È sicuramente colpa del vaccino”. Peccato che soltanto un paio di mesi dopo Djokovic abbia confermato, ancora una volta, di essere nell’Olimpo dei più grandi di tutti i tempi. Burioni, che nel frattempo deve aver avuto un travaso di bile, stavolta ha preferito rimanere in silenzio a osservare il suo trionfo.

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