Il metodo De Donno funzionava. L’ennesima conferma della buona intuizione del medico, nel frattempo morto suicida dopo essere stato travolto da insulti e denigrazioni da parte di tanti colleghi, è arrivata in queste ore dalle pagine del Quotidiano di Sicilia, che ha pubblicato un’intervista al direttore del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Garibaldi, Bruno Cacopardo. De Donno aveva sfidato i protocolli adottati dal nostro Paese durante la pandemia di Covid sostenendo, piuttosto, l’importanza delle cure con il plasma iperimmune. Finendo però, proprio per questa sua scoperta, additato dal mondo della medicina tradizionale, che lo aveva spinto a dimettersi dal ruolo di primario per andare a fare il medico di base. Il 27 luglio 2021 era stato poi trovato morto dai parenti all’interno della propria abitazione, suicida. (Continua a leggere dopo la foto)
“De Donno aveva ragione!”. Uno studio rivela finalmente la verità: “Ora è chiaro perché lo hanno osteggiato”
“De Donno aveva ragione”. La conferma di Bruno Cacopardo
Cacopardo ha confermato, alle pagine del Quotidiano di Sicilia, quanto De Donno avesse ragione, come dimostrato tra l’altro da alcune recenti pubblicazioni apparse su varie riviste scientifiche: “Durante la pandemia, la medicina tradizionale si è scagliata contro tutte le scoperte che non provenivano dalle aziende farmaceutiche e non potevano permettersi trial clinici che avvalorassero la loro efficacia”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Purtroppo mentre si discuteva del plasma autoimmune – ha proseguito Cacopardo – si fecero strada gli anticorpi monoclonali e la medicina ufficiale optò per questi ultimi ritrovati. Ma c’è una differenza sostanziale: gli anticorpi erano realizzati su un virus specifico che nel frattempo andava però mutando, limitandone l’efficacia, mentre il plasma autoimmune va benissimo perché è derivato dal sangue dei pazienti guariti dai ceppi più recenti”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Il plasma autoimmune funziona – è stata la conclusione di Cacopardo – consente di adattarsi in tempo reale ai ceppi che mutano e va somministrato insieme agli antivirali nei soggetti fragili o fragilissimi, che hanno difficoltà a eliminare il virus e quindi non riescono a seguire le terapie tradizionali”.
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