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“Dateci i dati sui morti post vaccino”: la storica sentenza che apre spiragli di verità sulla pandemia

Pubblicato il 07/08/2023 15:17

Finalmente qualcosa inizia a muoversi. Dopo mesi e mesi durante i quali il mondo della politica e della scienza hanno messo il bavaglio a chiunque provasse a mettere in discussione efficacia e sicurezza dei vaccini, ora iniziano ad arrivare inchieste e ammissioni che stanno smontando la narrativa mainstream allineata ai diktat di Draghi e Speranza. Con tanto di sentenze che iniziano a raccontare una verità ben diversa: come raccontato da Patrizia Floder Reitter sulle pagine della Verità, il Tar del Lazio ha infatti ritenuto legittima l’istanza attraverso la quale l’avvocato Lorenzo Melacarne aveva chiesto al ministero della Salute di conoscere il numero di soggetti deceduti entro 14 giorni dalla somministrazione dei farmaci anti-Covid: “Ricorso fondato”. Prima della fine di agosto 2023, i dati dovranno quindi essere resi accessibili. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una volta ricevuta la documentazione, il legale la farà esaminare a degli esperti delle università di Pisa e Firenze, che insieme allo stesso Melacarne avevano redatto il paper “Considerazioni critiche sul confronto tra decessi osservati e attesi dopo la vaccinazione nel 10° rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini”. (Continua a leggere dopo la foto)

dati morti post vaccino

Nel documento, rifiutato da diverse riviste scientifiche, si sottolineava come il numero dei decessi attesi fornito da Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) fosse sovrastimato, mentre quello dei decessi osservati sottostimato. Non è soltanto la sentenza del Tar a far ben sperare: un altro pronunciamento importante è arrivato dal giudice di pace di Fano Pericle Tajariol, che ha accolto l’opposizione di un over 50 a pagare la multa per non essersi vaccinato, nonostante l’obbligo imposto dal governo. (Continua a leggere dopo la foto)

“I vaccini Covid non sono idonei a impedire ai soggetti di essere contagiati e nemmeno di contagiare a loro volta, quindi non appaiono strumenti di prevenzione” si legge nella sentenza. La conferma di quanto assurde siano state le imposizioni a carico degli italiani, costretti a sacrificare le loro libertà per niente.

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