Conseguenze devastanti per la popolazioni, quelle delle restrizioni adottate (o meglio imposte) per contrastare la pandemia. E che hanno finito per acuire ulteriormente le distanze tra le classi meno agiate e quelle più ricche. Tanto da aver dato vita, anni dopo, a movimenti che lottano per avere giustizia e affinché certi errori non si ripetano. Questa la realtà dietro l’ascesa di popolarità del governatore della Florida Ron DeSantin, l’uomo che nell’estate 2020 fece pressione affinché le scuole fossero riaperte nei territori dello Stato. E che è oggi sostenuto da una rete formata da donne che, grazie a quelle decisioni in netta antitesi con le parole di certi esperti o presunti tali, sono riuscite a riemergere da una situazione di estrema difficoltà nella quale erano precipitate. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come raccontato dalla Cnn, tra le sostenitrici di DeSantis c’è Vanessa Steinkamp, rimasta bloccata in casa all’inizio della pandemia di Covid-19. Sui social, la donna aveva raccontato tutto il proprio disagio, preoccupata per le conseguenze che il lockdown avrebbe avuto sui bambini e sugli studenti più vulnerabili. Oggi ha stretto amicizia con donne che la pensano allo stesso modo e che hanno lottato, nei mesi scorsi, per un ritorno alla normalità. (Continua a leggere dopo la foto)

Il successo di DeSantis è stato tale, negli ultimi mesi, che il governatore spera di poter addirittura superare Donald Trump in popolarità e puntare alla candidatura alla Casa Bianca. E proprio il voto delle tante donne che oggi lo sostengono, unite da un solido network virtuale, potrebbero dargli lo slancio necessario per puntare a un obiettivo impensabile soltanto qualche anno fa. (Continua a leggere dopo la foto)

Anche Julie Hamill, avvocato di Los Angeles, oggi sostiene il governatore, dopo aver passato mesi impegnata nella battaglia per la riapertura delle scuile. La scienza, d’altronde, ha dato ragione a DeSantis: gli anni di apprendimento persi hanno provocato non pochi problemi a un’intera generazione di ragazzi, soprattutto a quelli più fragili. Chiudere tutto, insomma, è stato un errore imperdonabile.