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Cruciani furioso: “Non mi sento colpevole di un emerito ca…!”. Durissima risposta a Elena Cecchettin

Pubblicato il 21/11/2023 15:02 - Aggiornato il 21/11/2023 15:04

“La vicenda è tragica ovviamente, ma ripetete con me: Io non mi sento colpevole, io non mi sento colpevole, io non mi sento colpevole. Io in quanto uomo non mi sento colpevole! Io non mi sento colpevole di un emerito cazzo!”. Con queste dure parole, che esprimono la rabbia e la frustrazione di chi si è sentito accomunare alle gesta di un assassino solo per la sua appartenenza al genere maschile, Giuseppe Cruciani ha voluto rispondere all’ultima intervista rilasciata da Elena Cecchettin. E’ sempre più chiaro che la drammatica fine della povera Giulia ha scatenato una tempesta mediatica che sta travolgendo tutto. Anche la decenza e il dolore. Giulia avrebbe anche il diritto di essere ricordata diversamente. Di non diventare il pretesto per crociate ideologiche che, anziché unire tutti nel dolore, stimolano altro odio, altre contrapposizioni. (continua dopo la foto)

“Tutti gli uomini devono essere attenti, devono richiamare l’amico che fa catcalling, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza” – ha affermato Elena Cecchettin -. “Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare banalità, ma sono il preludio del femminicidio”. Ora, equiparare uno scherzo o una battuta a un omicidio appare un esercizio pericoloso. Così come mettere gli uomini in un unico calderone, senza distinzioni, come se fossero tutti violenti o potenziali assassini: “Tutti devono sentirsi colpevoli, anche chi non ha fatto niente”, ha detto Elena. Per poi affermare che l’omicidio di una donna da parte di un ex compagno non è un delitto passionale, ma “un delitto di potere, un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge”. (continua dopo la foto)

Cruciani non ci sta e non lo manda a dire: “Qui l’unico colpevole è Filippo Turetta”, tuona il popolare conduttore. “Non è né il patriarcato, né l’educazione sessuale che non c’è, né gli uomini in quanto tali. Il colpevole è uno stronzo assassino maledetto che dovrebbe stare in galera tutta la vita. Il vero problema è che in Italia c’è una marea di gente che ha ammazzato a coltellate, a pistolettate moglie e fidanzata e oggi sono tutti liberi. Questo è il problema!”. In questa chiosa di Cruciani, si può vedere un punto di contatto fra lui ed Elena Cecchettin. Nella denuncia di un sistema non sufficientemente severo con i criminali e con gli assassini. Prevenzione e certezza della pena, insomma, dovrebbero essere i punti da cui partire. Insieme, senza inutili contrapposizioni.

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