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Covid, Rsa e ora si indaga per epidemia colposa ed omicidio

Pubblicato il 05/08/2020 11:58

Epidemia colposa ed omicidio. Questa l’ipotesi di accusa mossa alle Rsa, Residenze Sanitarie Assistenziali, della Provincia di Como, che coinvolge la morte sospetta di 363 persone. I primi elementi che emergono dall’inchiesta della Procura guidata da Nicola Piacente, non lasciano molta ambiguità, sembrerebbe infatti che, stando a quanto riferito da Il Messaggero, “quando l’epidemia già infuriava mascherine e camici siano stati distribuiti troppo tardi agli operatori sanitari e che gli anziani contagiati dal Covid si trovassero nella stessa stanza degli ospiti sani”.

I Nas che se ne stanno occupando, “hanno ispezionato 17 strutture e l’ospedale di Cantù, acquisendo la documentazione medica dei 363 deceduti nei mesi dell’epidemia ma anche il documento di valutazione dei rischi da interferenze (Duvri), che le strutture pubbliche e private devono adottare per la prevenzione delle epidemie”.

Le indagini sono partite ad aprile con le prime segnalazioni di morti sospette. 26 esposti, di cui 13 rilasciati dai parenti degli anziani morti e gli altri 13 dagli stessi dipedenti delle strtture. Un medico e un operatore sostengono e testimoniano l’assenza della messa in atto delle adeguate procedure per evitare la diffusione e alcune scelte prese che invece avrebbero favorito i contagi. Le contestazioni da parte dei parenti riguardano la totale assenza di comunicazioni.

Tra le segnalazioni vi è quella depositata dal figlio di un paziente di 69 anni deceduto in una casa di riposo del comasco, il quale dichiara nella denuncia: “Impossibile avere informazioni sullo stato di salute di mio padre. Inoltre ho chiesto a lungo e invano di poter avere la sua cartella clinica, ma non mi è mai stata consegnata”.

Il caso non è circoscritto al solo territorio di cui abbiamo riferito la notizia, ma sono stati depositati esposti anche alle Procure di Varese e Busto Arsizio per la verifica delle condotte seguite dall’Agenzia di tutela della salute (l’ex Asl) dell’Insubria per contenere l’infezione nelle Rsa durante l’emergenza coronavirus. I numeri infatti sono quelli, come riferisce Il Messaggero, di una “disfatta sanitaria regionale: a Villa San Benedetto di Albese con Cassano, 122 dei 150 ospiti sono risultati positivi a metà aprile, a Le Camelie di Como tra marzo e aprile sono morti 23 anziani sui 120 ospitati”.

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