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Battibecchi e rinvio, cronaca del brutto spettacolo della Corte Costituzionale nel giorno della sentenza

Pubblicato il 01/12/2022 09:25

C’era grande, grandissima attesa per l’udienza che si è tenuta nella giornata del 30 novembre alla Consulta sulla legittimità dell’obbligo vaccinale imposto ai sanitari, ma anche sulla privazione del diritto al lavoro e alla retribuzione subita dai sanitari non vaccinati. La seduta è cominciata con uno scontro tra l’avvocato Augusto Sinagra e la presidente della Corte costituzionale, Silvana Sciarra. Questo perché Sinagra, senza mai nominarlo, ha portato all’attenzione il conflitto d’interessi del giudice Marco D’Alberti, consigliere giuridico di Mario Draghi fino allo scorso 14 settembre e nominato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il giorno successivo. “Gli articoli 117 e 111 della Costituzione richiedono che il giudice sia, e appaia, imparziale, per una forma di rispetto verso il popolo italiano. Questo oggi non accade. Confidavo fino all’ultimo che questo giudice oggi non si fosse reso presente”. Un attacco durissimo, arrivato dritto al punto. Questo perché il giudice D’Alberti si trova a valutare provvedimenti presi dal governo che assisteva. Una roba da terzo mondo. (Continua a leggere dopo la foto)

Ma la questione, come era ovvio, è stata bruscamente liquidata dalla presidente Sciarra: “Questo collegio è perfettamente consapevole dei suoi poteri di gestione del processo costituzionale, è perfettamente costituito e non ci sono motivi di incompatibilità per nessuno”. Ma la presidente ha dovuto “liquidare” anche un altro pesante motivo di imbarazzo per la Corte: la comparsa sul La Stampa, in data lunedì 28 novembre, di un articolo a favore dell’obbligo firmato dalla giornalista Donatella Stasio, che soltanto un mese fa – come evidenzia Maddalena Loy su La Verità – ha lasciato l’incarico di responsabile comunicazione della Corte costituzionale. Un bel cortocircuito, insomma. Anche qui, dunque, è fortemente presente un tema di opportunità. (Continua a leggere dopo la foto)

“Non lo è più”, ha tagliato corto la presidente, “le tolgo la parola”. Evviva la democrazia. Molte le incongruenze e le contraddizioni sollevate dai difensori dei non vaccinati. Come riporta sempre Maddalena Loy su La Verità – che ha seguito da vicinissimo la vicenda – l’avvocato Mario Sandri ha ricordato che gli assegni alimentari sono stati concessi perfino ad assassini e stupratori, ma non ai medici non vaccinati. Come ha replicato l’avvocato dello Stato Federico Basilica? “Sono fattispecie diverse”. All’obiezione di Sandri sul vaccino che non blocca l’infezione ha replicato l’avvocato Chiara Toiniola: “L’efficacia dei vaccini è evincibile dai dati dell’Iss, che comprovano che due terzi delle persone non si ammalano, pertanto la critica non tiene conto della realtà obiettiva”. E quale sarebbe la “realtà obiettiva”? (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega la Loy: “Quella che oggi dice che si contagiano di più i vaccinati dei non vaccinati, stando all’ultimo bollettino Iss? O l’evidenza presentata dal professor Peter Doshi, che ha recentemente dimostrato che la mortalità, non di Covid ma generale, è più alta tra i vaccinati?”. E ancora: l’osservazione sul consenso informato presentata dall’avvocato Sergio Sparii (“non è libero, ma di fatto obbligatorio”) è stata liquidata dall’avvocato dello Stato Beatrice Fiduccia: “In realtà non è un consenso informato ma un’informativa a tutela del vaccinando”. E vai con la supercazzola. “Avere l’alternativa tra rischiare di morire per un farmaco o rischiare di morire di fame non è degno di un Paese civile”, ha dunque denunciato l’avvocato Luca Italiano dell’associazione Umanità e ragione. (Continua a leggere dopo la foto)

L’avvocato Ugo Mattei ha poi detto alla Corte: “Quello che si contesta qui è l’obbligo di questo particolare vaccino, un vaccino che per le conseguenze non banali – 29 morti accertate – e soprattutto per la natura sciatta, poco articolata e poco razionale dei provvedimenti all’interno del quale è stato introdotto, diventa contrario alla giurisprudenza stabilita. Si deve tenere ferma la bussola della costituzionalità. Queste norme sono state fatte in un clima di paura. È nel momento dell’emergenza che è essenziale che la Corte mantenga la barra dritta. Questa Corte è portatrice di un livello di indipendenza rispetto alle pressioni esterne che le consentono di operare in un modo libero: lo faccia”. (Continua a leggere dopo la foto)

L’avvocato Beatrice Spitoni dell’associazione Umanità e ragione ha poi affrontato la questione prescindendo dalle evidenze scientifiche: “Anche se il vaccino fosse sicuro e prevenisse il contagio, sottrarre il lavoro in virtù di obblighi solidaristici viola il bilanciamento dei diritti. La decisione riguarda la libertà di permettere a qualsiasi governo, in futuro, la possibilità di imporre qualsiasi farmaco per qualsiasi ragione passando sopra l’habeas corpus”. All’osservazione non è stata data alcuna replica. Alla fine l’avvocato dello Stato De Giovanni ha sostenuto che alla base delle sentenze della Consulta c’è il dovere di “preservare la salute degli altri; siamo una repubblica di egoisti o una Repubblica legata da vincoli di solidarietà?”. Dunque la sentenza della Corte sarà orientata in base a un presunto moralismo della solidarietà e non sul Diritto.

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