Altro che modello da seguire! A dirlo non è l’opposizione, ma uno tra i più autorevoli giornali al mondo, l’Economist, il quale ha stilato una classifica tra 21 Paesi dell’Ocse e riconosce l’Italia tra le peggiori per la gestione dell’emergenza da coronavirus.
Per effetttuare la valutazione e quindi calcolare il punteggio, l’ Economist ha preso in considerazione le misure messe in campo per fronteggiare l’emergenza, la capacità di individuare con tempismo i positivi, di monitorarli e isolarli, di gestire le ospedalizzazioni sia specifiche contro il coronavirus, sia per altre patologie.
Così ne risulta che il punteggio dell’Italia è pari a 2,22, lo stesso della Spagna e del Regno Unito; peggio di noi ha fatto solo il Belgio che ha totalizzato il 2,11 punti.
È vero che, considera il settimanale britannico, “Italia e Spagna sono stati i primi paesi occidentali ed europei ad essere colpiti in maniera drammatica dall’emergenza, ma i due non si sono ben distinti per le azioni; tantissime persone sono state costrette a rimanere in casa con i sintomi e sottoposte a tampone solo settimane dopo”.
Nessuna attenuante, invece, per il Regno Unito, che ha vanificato il vantaggio rispetto al dilagare del virus con numerose decisioni sbagliate.
Dal lato del polo opposto, il paese che in assoluto ha reagito in maniera migliore all’emergenza coronavirus è la Nuova Zelanda con 3,67 dl punteggio finale e che si piazza davanti ad Austria e Germania 3,56 e a Islanda, Norvegia, Danimarca e Israele (3,44).
The Economist trae le conclusioni affermando: “i dati, paese per paese, hanno dimostrato che il lockdown è importante per arrestare il contagio, ma da solo non basta. I paesi che hanno fronteggiato meglio l’emergenza sono quelli che hanno saputo trovare i positivi casa per casa, isolandoli e ricoverandoli in tempo”.