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No al Green pass, al Mes e all’Euro. Chi è De Vecchis, il senatore che ha detto basta alla Lega

Pubblicato il 22/02/2022 13:38

Recentemente il gruppo Italexit ha registrato l’acquisizione di un nuovo membro: William De Vecchis, Sentatore della Repubblica dal 2018, ha deciso di lasciare la Lega per perorare la causa del nuovo partito fondato da Gianluigi Paragone. Ma quali sono stati i motivi di questa scelta? Ecco le sue parole. (Continua a leggere dopo la foto)

William De Vecchis e Gianluigi paragone

La Lega ha tradito gli elettori

«Ho negato il mio appoggio ad un Governo che estromesso completamente la libertà sanitaria, d’opinione e di spostamento agli italiani; ad un partito come la Lega che era partita con ottimi presupposti, come il NO EURO, ma che con il passare del tempo tali temi li ha accantonati per un futuro politico differente, più istituzionale, mancando alle promesse fatte agli elettori» dichiara De Vecchis, sottolineando come il partito di Salvini abbia disatteso il proprio mandato popolare, non rispettando gli impegni presi con gli elettori durante le ultime elezioni. (Continua a leggere dopo la foto)

Salvini prima di cambiare idea sull'euro

Inaccettabile governare così

L’ex leghista spiega poi come la sua non sia stata una scelta di convenienza ma una decisione ponderata, figlia di molteplici valutazioni sulle scelte politiche del suo ex partito: «Mi sono sempre fortemente opposto alla linea dogmatica del partito, chi come ha fatto una scelta come la mia lo sa, soprattutto su tutto ciò che è lontana da una qualsivoglia visione sovranista. Un’Unione europea di cui siamo camerieri, una valuta che ci schiaccia o meccanismi europei come il MES che vogliono decidere la vita socioeconomica dell’intera nazione. No, è del tutto inaccettabile. Non potevo sopportare il gongolarsi di ministri come Speranza e Lamorgese che gioivano nella scelta di far restare senza lavoro migliaia di lavoratori. Lavoratori che hanno liberamente scelto di seguire la propria morale, non prestandosi a giochi di potere sulla pelle delle persone e famiglie.» (Continua a leggere dopo la foto)

Governo Draghi

Una scelta di cuore

De Vecchis si toglie anche dei sassolini dalla scarpa, rispondendo a qualche critica: «Non ho votato la fiducia a Speranza, né tantomeno per il Green Pass e Super Green Pass o il decreto Industria che soffoca i lavoratori italiani e sul sito OPENPOLIS ne trovate la prova. Perché la politica è fatta di atti, non solo di parole. La mia è stata una scelta di cuore, confermata dall’idea che un’Italia più forte, sovrana e fiera può esistere e in parte esiste già in Italexit.» (Continua a leggere dopo la foto)

William De Vecchis e Gianluigi Paragone

Italexit è la resistenza

Il senatore conclude poi il suo discorso utilizzando parole dure contro l’attuale Governo, elogiando l’operato e le idee del gruppo politico capeggiato da Gianluigi Paragone: «Italexit rappresenta l’ultima resistenza ad un sistema che ci vuole zittire, che non ci fa protestare né ribellare alle infami decisioni di un governo autoritario che non ha niente a che fare con la democrazia. Il regime di Draghi. Ho scelto di dire no e lo farei per altre mille volte.» (Continua a leggere dopo la foto)

Gianluigi Paragone

La Lega conta sulla memoria corta degli italiani

La poderosa crescita di Italexit continua dunque ad essere una realtà, mentre la Lega di Salvini seguita a perdere pezzi e consensi a causa del proprio operato. Ciononostante, alcuni esponenti delle fila leghiste non sembrano preoccuparsi per quanto sta accadendo, contando sulla scarsa attitudine degli italiani a ricordare le malefatte della politica. Gianluigi Paragone, di contro, si dice certo che questa volta le cose andranno diversamente e che, grazie anche all’operato di Italexit, gli italiani non dimenticheranno quanto subito durante gli ultimi anni.

Con buona pace di Salvini, dunque, questa volta l’establishment si troverà a dover fare i conti con un gruppo politico in crescita, coeso ed agguerrito, che certamente non perderà occasione per ricordare al popolo chi sono stati gli artefici della compressione dei diritti fondamentali e i fautori di quelle politiche che, ancora oggi, stanno causando danni incalcolabili all’economia ed alla salute psicofisica dei cittadini, nonché la compressione dei diritti fondamentali.

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