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Dal 16 ottobre Gualtieri fa ripartire le cartelle esattoriali. Basta “pace fiscale”

Pubblicato il 05/10/2020 15:39

“Siamo stati fra i governi che più hanno dilazionato i pagamenti, ma adesso abbiamo detto all’Agenzia delle Entrate che bisogna ripartire”, spiega il ministro Gualtieri. E così, con queste “dolci” parole, ecco l’ennesima mazzata a un popolo inerme, affamato e ancora in piena lotta per la ripresa, con altri mini-lockdown (come li hanno chiamati loro) alle porte. Mentre pensano di tornare a chiudere le attività, il governo non si fa problemi a far ripartire le cartelle esattoriali e i pignoramenti. La “pace fiscale” sta quindi per finire. A partire dal 16 ottobre, i benefici del decreto Agosto saranno nulli. Questo significa che da giovedì sia l’Agenzia delle Entrate che gli agenti locali e i Comuni potranno riprendere le attività usuali, inclusi i pignoramenti di stipendi o pensioni.

Sono in aarrivo nove milioni di cartelle esattoriali. L’amministrazione finanziaria è tenuta, infatti, a procedere all’esecuzione di cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti doganali e ingiunzioni fiscali. Nonostante i tentativi di Italia Viva e dell’opposizione di centrodestra di prolungare a fine anno lo stop, in commissione bilancio ha vinto la linea del ministro dell’Economia Gualtieri.

Il ministro però prova a minimizzare: “Solo una normale ripresa graduale delle attività di riscossione. Abbiamo rinviato molte tasse, e sospeso tutte le cartelle esattoriali per parecchi mesi. Si procederà con grande gradualità, anche perché parliamo di debiti verso il fisco di anni precedenti che non c’entrano niente con il Coronavirus e che è giusto che i contribuenti saldino, ma nel tempo che sarà necessario”, spiega Gualtieri, come riportato da Italpress.

“Nessuna tragedia epocale, ma una normale ripresa dell’autorità di riscossione”, ha concluso. Via libera, dunque, a cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi dei comuni, così come ad eventuali pignoramenti su stipendi e pensioni per onorare i debiti.

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