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“Caro gas, tutta colpa dell’Europa”. L’ex ministro spiega perché la crisi energetica è causata dalla Ue

Pubblicato il 26/08/2022 13:38

Partiamo dalle dichiarazioni dell’ex ministro dell’Industria, professor Alberto Clò, il quale ha candidamente affermato che: «Draghi e Cingolani hanno sbagliato proposte e hanno peccato di ottimismo nella gestione dell’emergenza energetica, ma se siamo in queste condizioni la colpa è dell’Ue e dell’egoismo dei singoli Stati». Alberto Clò è stato ministro dell’Industria ai tempi del governo Dini (95-96), ma ancora oggi continua a esprimere i suoi pensieri, spesso critici, sulla gestione dell’emergenza energetica sul trimestrale Rivista Energia e sul relativo blog. L’ex ministro è stato intervistato da Verità & Affari ed ha esposto alcuni punti molto interessanti, di cui riportiamo un estratto.
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Dunque, la tragica situazione in cui versa l’Italia deriva dalle scelte della Commissione Europea in primis, ma anche da quelle dell’ex ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani e dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi. Tutti loro hanno commesso una serie di errori, anche abbastanza grossolani, nella gestione della partita su gas, elettricità e le relative bollette che stanno diventando dei macigni per i bilanci di imprese e famiglie.
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Alberto Clò inizia la sua disamina partendo da Mario Draghi, spiegando che «Le soluzioni adottate fino a questo momento hanno completamente fallito. Ha fallito l’idea di tassare gli extraprofitti delle aziende che hanno guadagnato dal rialzo dei prezzo energetico, perché ha portato quasi 10 miliardi in meno rispetto a quanto preventivato. E ha fallito clamorosamente il price cap. Che se devo essere sincero non ho ancora capito cosa sia. Nel senso che se è un’imposizione ai venditori, val la pena ricordare che il coltello dalla parte del manico in questo momento ce l’hanno proprio i produttori. La Russia dall’inizio della guerra ha aumentato i suoi ricavi energetici. Basta un annuncio di Gazprom sulla riduzione delle forniture per far schizzare il prezzo del gas. In questo momento Mosca sta giocando al gatto col topo».
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Parlando dell’ex ministro Roberto Cingolani poi, il prof. Clò ha sottolineato che «Mi ha deluso perché ha sparso ottimismo immotivato. A luglio, il ministro vantava la gestione italiana dell’emergenza mentre l’Arera, l’authority del settore, prospettava difficoltà per fine anno e salassi sulle bollette ad ottobre. E adesso dovrebbe chiamare le cose con il loro vero nome. Non parlare di piano di risparmio energetico – che presuppone volontarietà – ma di piano di razionamento energetico. Ci saranno delle costrizioni».
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Quindi veniamo all’Europa, che secondo l’ex ministro Clò ha le colpe maggiori: «Anche in questo caso l’Unione Europea si è dimostrata europea di certo, ma molto poco Unione. L’Olanda, per esempio, si è rifiutata di aumentare la produzione, mentre la Norvegia l’ha addirittura ridotta. Mi sembra evidente che questi due Paesi siano andati in soccorso della Russia più che pensare agli interessi europei». E poi c’è il Green deal, che per il professore «è già morto. Ormai le priorità sono cambiate: oggi prevale la necessità di proteggere la sicurezza energetica delle fonti e la convenienza economica. Mi sembra che almeno nell’immediato sarà naturale mettere le esigenze ambientaliste in secondo piano».
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Cosa si potrebbe fare per mettere una pezza alla pessima situazione in cui versano oggi l’Italia e l’Europa? L’ex ministro dice la sua: «Sganciare il prezzo dell’elettricità da quello del gas, oppure superare il legame con il mercato di Amsterdam che ha poche transazioni ed è quindi molto volatile. Insomma, basta niente perché il prezzo schizzi al rialzo. O ancora eliminare l’indicizzazione rispetto alle rinnovabili». Soluzione che al momento non vengono adottate «Per un mix di motivi che partono sempre però dai veti di alcuni Stati europei che non hanno interesse e vantaggi a cambiare il sistema».

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