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“Il tetto al gas è irrealizzabile”. L’esperto spiega perché il progetto di Draghi è una bufala

Pubblicato il 26/08/2022 10:52 - Aggiornato il 26/08/2022 12:57

“Il tetto al prezzo del gas? Irrealizzabile. Non lo vogliono i Paesi del Nord e non lo vuole il mercato, che alla fine comanda”. Questa l’analisi dell’ex amministratore delegato di Enel e Eni Paolo Scaroni, che alle pagine della Stampa, intervistato da Gabriele De Stefani, ha spiegato: “L’Europa dovrebbe pensare soprattutto a una politica energetica per il futuro, per evitare di avere prezzi più alti di tutti anche quando la crisi sarà superata”.

Quello alle porte, secondo Scaroni, sarà un inverno difficile, “ma il metano non mancherà. Sono abbastanza fiducioso perché la mia decennale esperienza di relazioni commerciali con la Russia mi insegna che normalmente Mosca fa quello che dice. Gazprom non ha mai parlato di interruzione totale delle forniture, al massimo di riduzione dei flussi. Come in effetti sta accadendo. Quindi penso che l’Italia non dovrà preoccuparsi delle forniture, ma dei prezzi”.

L’ipotesi che Mosca arrivi a 400 euro per megawattora secondo Scaroni “è verosimile. Ed è giusto che i governi ragionino su piani per calmierare le bollette di famiglie e imprese, come sta facendo anche l’esecutivo italiano. Il tetto del gas? I fatti dicono che molti Paesi europei non lo vogliono. Tra l’altro il rischio è che non si risolva il problema, perché il metano potrebbe trovare altri compratori in giro per il mondo (Giappone, Corea, Cina). E in questo caso davvero l’Europa rimarrebbe sprovvista”.

Per Scaroni “sarebbe meglio una norma che dicesse che tutti i prezzi maggiori di una determinata soglia verranno tassati di più. Una sorta di prezzo amministrato fissato a priori, non a posteriori. Cosa rischiamo nel lungo periodo? Oggi gli Usa pagano il gas un decimo dei Paesi europei. La nostra industria è in una posizione drammatica. Immaginiamo lo scenario migliore: la guerra finita, i rigassificatori di nuovo in funzione. Anche in quel caso pagheremmo il metano il doppio o il triplo degli Stati Uniti e della Cina. Stiamo costruendo un’Europa strutturalmente debole sull’energia”.

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