Giuseppe Brindisi torna sotto i riflettori per via della sua intervista al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, andata in onda ieri sera a Zona Bianca su Rete 4. Non è passato molto tempo dalle parole di Lavrov, infatti, che subito sono piovute critiche trasversali e preoccupazioni diffuse. Ascoltare il punto di vista del ministro è stato del tutto inaccettabile per alcuni, mentre altri non ci hanno pensato due volte a puntare il dito urlando alla “propaganda russa”.
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I grandi “indignati”
Tra i primi indignati ecco che troviamo il leader del Pd, Enrico Letta, che ha manifestato il suo dissenso su Twitter scrivendo: «Buon lavoro, Ministro Lavrov. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti Ucraina stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera? #Retequattro». Sempre su Twitter anche il presidente del Copasir, Adolfo Urso, ha esposto le proprie perplessità: «Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai. L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni».
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“Buon lavoro, Ministro #Lavrov”. L’abisso. Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti🇺🇦 stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per 🇮🇹 intera? #Retequattro
— Enrico Letta (@EnricoLetta) May 2, 2022
Il centrodestra in difesa di Rete4
In difesa della rete di proprietà di Berlusconi è intervenuta la Lega, criticando Lavrov ma difendendo il giornalista di Carta Bianca. Così come la senatrice di Fratelli d’Italia, membro della Vigilanza Rai, Daniela Santanchè, che si è appellata al principio della libertà di stampa e di parola sancito dalla nostra Costituzione. Secondo la Meloni Lavrov avrebbe pronunciato “parole vergognose”, ma Rete 4 non c’entra, richiamando allo stesso principio costituzionale menzionato dalla Santanché.
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Le pesanti accuse del centrosinistra
«Il giornalismo da cane da guardia della democrazia a cagnolino che scodinzola sulle ginocchia di un ministro dalla lingua biforcuta come Sergej Lavrov». Così il deputato di Azione Osvaldo Napoli. «Lo spazio televisivo, senza contraddittorio, offerto alla propaganda del ministro #Lavrov. Un’indecenza che offende l’informazione, ma soprattutto le vittime in Ucraina. Basta disinformazione! #Rete4». Così su Twitter anche la senatrice del Pd Valeria Fedeli.
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Viva la coerenza
L’intervista di Brindisi, insomma, ha scatenato un vero e proprio putiferio di reazioni. Qual è la cosa più interessante in tutto questo teatrino di posizioni ideologiche? La dissonanza cognitiva nell’appellarsi di certe forze politiche e dello stesso Giuseppe Brinidisi a quella libertà di informazione e parola sancita dalla Costituzione. Già, perché se a farlo sono gli stessi che durante gli ultimi due anni hanno passato gran parte delle loro giornate ad inveire contro gli odiati “no vax”, silenziando, censurando, violentando intellettualmente ogni minimo accenno di informazione o idea che andasse contro i dettami del “Pensiero Unico”, ecco che allora questo richiamo alla Costituzione diventa una grottesca presa in giro.
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Non si violenti la Costituzione
Ricordiamo bene le pessime e vergognose uscite di Brindisi contro i cittadini non vaccinati. Ricordiamo bene come nelle redazioni delle tv e dei giornali non si desse spazio agli scienziati “dissidenti”, cercando di ridicolizzarli in quei rari momenti in cui veniva concessa la loro presenza negli studi. Insomma, quando giochi a fare il puro c’è sempre uno più puro che ti epura. E i nostri cari politici sono tutti molto abili nel rendersi falsamente puri a seconda dell’occasione che gli si para davanti. Non ricordiamo, infatti, che qualcuno di loro (Gianluigi Paragone a parte) si sia mai alzato per obbiettare contro gli “spiegoni” senza contraddittorio di Burioni ad esempio, peraltro pagato con non si sa quali soldi dal momento che la Rai si è sempre rifiutata di dare esaurienti spiegazioni in merito. Situazioni diverse, certo, ma la Costituzione non vale a convenienza, vale tutti i giorni, in ogni occasione.
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