Vai al contenuto

Capitale bloccata dai tassisti. Falliscono i negoziati e da tutta italia si riversano a Roma

Pubblicato il 05/07/2022 08:47

Nessuna fumata bianca, anzi. Restano tesissimi i nervi dopo l’incontro tra Teresa Bellanova e le 27 sigle sindacali dei taxi, un faccia a faccia che avrebbe dovuto portare a un accordo risolutore e che si è invece risolto con un nulla di fatto. Il tavolo con la viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili è andato avanti a oltranza per più di tre ore, ma l’incapacità di trovare una soluzione rischia di costare ora carissimo a Mario Draghi: l’unica sigla uscita dal meeting con sensazioni positive è stata Uiltrasporti, mentre è stato confermato lo sciopero generale in corso in tutta Italia.

Dal 5 al 6 luglio, per 48 ore, i tassisti provenienti da Napoli, Firenze e Milano arriveranno infatti nella capitale per bloccare, insieme ai colleghi, le strade di Roma. Un problema non da poco sia per i cittadini sia per i tantissimi turisti che in questi giorni sono alla ricerca di collegamenti veloci per raggiungere i principali aeroporti e che non potranno contare sui tassisti. Una manifestazione che si somma tra l’altro a quella di tante compagnie aeree low cost, che hanno già lasciato a terra centinaia di passeggeri diretti in tutta Europa.

Come spiegato da Camillo Barone sulle pagine del Tempo, a Roma si è cercato di organizzare in fretta e furia delle contromisure: molte strade del centro sono state blindate, con i luoghi chiave rafforzati con ulteriori presidi di controllo, come Montecitorio e Palazzo Chigi. “Al centro dell’incontro-fiume l’articolo 10 del ddl Concorrenza, considerato dal governo essenziale tra le riforme necessarie per portare a casa i fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’articolo prevede la piena liberalizzazione del trasporto pubblico su ruota non di linea, e quindi un’eventuale nuova apertura a tutte le app di servizio taxi, Uber in testa. I sindacati dei tassisti hanno provato nell’ultimo mese a domandare uno stralcio totale della norma, ma la richiesta non è andata a buon fine”.

Il piano dei conducenti contro il ddl Concorrenza era quello di approvare i decreti attuativi del 2019 del governo Conte I, finora mai applicati, che prevedevano una regolamentazione più severa per l’uso di app come Uber, l’obbligo del foglio elettronico per gli Ncc e l’istituzione di un registro delle imprese digitali per combattere l’abusivismo. I tassisti hanno anche lamentato la distanza di tanti leader politici, che preferiscono non esprimersi in prima persona sul caso.

Ti potrebbe interessare anche: Pandemia a trasmissione sessuale. E per non restar “disoccupati”, ecco cosa s’inventano le virostar

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure