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Burioni, bara sui dati per difendere il vaccino ma fa l’ennesimo “errore”: il POST e il report farlocco

Pubblicato il 14/03/2024 08:59

Ecco il solito Roberto Burioni. L’ultima volta che avevamo parlato di lui era per la notizia riguardante il suo esame all’università di medicina in cui ha bocciato tutti. Stavolta, invece, torniamo a bomba su una delle sue attività predilette: spargere fake news sui vaccini. E come ha fatto? Ha sventolato su X uno studio pubblicato su Heart per liquidare gli effetti avversi: “Con il vaccino meno infarti e miocarditi, basta bugie”, ha tuonato. Ma il report si riferisce a una platea di soli contagiati e trascura i maschi giovani. Insomma, dati parziali, utilizzati ad hoc per diffondere l’ennesima bugia. Già, perché come emerso da altre evidenze, sono proprio i maschi giovani i più esposti al rischio di patologie cardiache. Ecco perché il teelvirologo si è curato bene di rifarsi a uno studio che li escludesse dall’analisi. “Malori fatali? Morti improvvise? Infarti mortali? A sentire i novax (e alcuni giornalisti) tutti causati dal vaccino anti-Covid. Poi però arrivano i numeri, e che numeri”, dice gongolante il medico. Già, e che numeri?! (Continua a leggere dopo la foto)
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Tralasciando l’insensibilità che Burioni ha nei confronti di chi ha perso la vita o è ora gravemente malato e dei loro familiari, qualità questa – la sensibilità dicevamo – che un medico dovrebbe avere per prima, Burioni scrive ancora: “L’incidenza di eventi cardiovascolari viene messa a confronto tra una popolazione di 10,2 milioni di vaccinati e una di 10,4 milioni di non vaccinati. Risultato? Il vaccino è estremamente efficace nel ridurre l’incidenza di queste malattie. I vaccinati hanno una minore incidenza, dopo il Covid, di infarti, ictus, arresti cardiaci, trombosi, emorragie cerebrali, insufficienze cardiache e addirittura anche di miocarditi e pericarditi. Non sarebbe il caso, cari giornalisti, di chiedere scusa per le bugie pericolose con le quali avete inquinato la pubblica opinione negli ultimi 3 anni su un tema così importante?”, conclude il virologo. La domanda, ovviamente, la rimandiamo al mittente, e la proponiamo tale e quale a lui. Andando a fare le pulci al suo studio, come ha fatto ad esempio Irene Cosul Cuffaro su LaVerità, emerge tutt’altra cosa. Il report, infatti, prende in esame una platea di persone, vaccinate e non, infettate dal Covid. Il punto da indagare, però, sarebbe l’incidenza delle patologie cardiache post vaccinazione rispetto a quelle causate dall’infezione. E qui viene il bello. (Continua a leggere dopo il post)

Lo studio sbandierato da Burioni, per stessa ammissione dei suoi autori, “ha incluso un numero ridotto di giovani uomini e adolescenti maschi, che costituivano la popolazione principale interessata dall’aumento del rischio di miocardite/pericardite in seguito alla vaccinazione”. Un dettaglio non da poco. Come specificato nel report, erano proprio i più giovani, che lo studio in questione trascura, la categoria risultata più esposta al pericolo di sviluppare patologie cardiache gravi post profilassi. L’aspetto ancora più divertente? Burioni propone questo studio così parziale pur di difendere la sua causa, non tenendo conto che la stessa Pfizer aveva riconosciuto l’aumento dei rischi di infiammazione al cuore in particolare tra i 12 e i 17 anni, tanto da doverlo inserire nei foglietti illustrativi dei suoi cosiddetti vaccini.

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