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“Ecco come l’Europa fa ricco Putin”. Lo scoop che imbarazza l’Ue

Pubblicato il 13/03/2024 12:41

“In fondo è solo un trucco”, dice Jep Gambardella alla fine del film premio Oscar “La grande bellezza”, capolavoro diretto da Paolo Sorrentino. E sono un trucco anche le sanzioni alla Russia e il presunto blocco dell’import da Mosca. A spiegare molto bene come funziona questo “gioco” è Guido Fontanelli su Panorama, il quale scrive: “Mentre con una mano l’Europa fornisce armi e 50 miliardi di euro in quattro anni all’Ucraina invasa dalle truppe di Vladimir Putin, con l’altra continua a comprare merci russe, contribuendo così a sostenere economicamente la macchina bellica di Mosca”. Un bel paradosso, sì, che disegna plasticamente il bluff che è l’Unione Europea, un carrozzone del nulla. Dunque l’Ue apparentemente manifesta appoggio incondizionato a Kiev nella sua guerra contro la Russia, di fatto però finanzia la Russia attraverso l’acquisto di materie prime. Ma cosa in particolare? (Continua a leggere dopo la foto)
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L’Europa continua ad acquistare dalla Russia gas naturale, soprattutto, poi petrolio, uranio, fertilizzanti, nichel, acciaio e grano. Come spiega Fontanelli, per alcuni beni le importazioni nell’Unione sono addirittura aumentate. Le famose “sanzioni”, infatti, colpiscono solo certe categorie di prodotti, perché alcune industrie europee sono dipendenti totalmente dalle materie prime russe. “Dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 l’Europa ha vietato o limitato l’importazione di una vasta gamma di merci”, più o meno queste sanzioni hanno colpito il 58% delle importazioni da Mosca. Ma per molte altre merci le cose sono andate diversamente. È il caso, soprattutto, del gas naturale, che non è soggetto a sanzioni: “A fine 2023 il volume di metano importato dalla Russia era ancora pari al 40 per cento di quello del gennaio 2021, un anno prima della guerra”. Non solo… (Continua a leggere dopo la foto)

Perché il gas arriva anche attraverso i gasdotti che passano per l’Ucraina stessa (circa 300 milioni di metri cubi di gas russo a settimana) e per la Bulgaria (oltre 260 milioni di metri cubi alla settimana). E poi c’è il gas liquefatto, e anche qui emerge un dato sorprendente: “Se nel gennaio 2020 l’Europa a 27 importava dalla Russia 1.639 milioni di metri cubi di gas liquefatto, nel gennaio di quest’anno il valore è salito a oltre duemila milioni. In media le importazioni annue di gas liquefatto russo sono cresciute del 38% dal 2021 al 2023”. Come spiega Fontanelli, inoltre, in Europa arrivano anche per vie traverse benzina e diesel targati Mosca. Come? Grazie ad una scappatoia: “I Paesi dell’Unione possono acquistare legalmente il greggio di Mosca purché sia raffinato altrove. Così un flusso costante di carburante russo entra nell’Ue attraverso l’India e la Turchia. Con il risultato di aver fatto finire nelle casse del Cremlino un miliardo di euro in più lo scorso anno”. E poi ci sono tutti gli altri prodotti: il nichel, ferro, acciaio, ghisa, fertilizzanti e il frumento duro. “Nell’ultimo anno le esportazioni dalla Russia verso l’Italia di questa derrata alimentare necessaria per produrre la pasta sono più che decuplicate, mettendo a segno un vero e proprio boom ( + 1.164 per cento)”.

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