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Spuntano le chat segrete della Protezione Civile. Speranza sempre più nei guai

Pubblicato il 02/07/2021 12:01

Emergono nuovi particolari sul mancato aggiornamento del piano pandemico. Una grana non di poco conto per il ministro Roberto Speranza. Ieri – si legge sul Giornale – è calato il gelo durante l’audizione presso la Commissione Affari Esteri del giornalista de L’Espresso, Fabrizio Gatti, invitato a relazionare sulle chat inedite di messaggi che il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, avrebbe mandato ad un suo ex collaboratore Piero Moscardini nei giorni convulsi dello scorso febbraio 2020. Cosa c’è scritto in quelle chat? (Continua a leggere dopo la foto)

“È il 29 febbraio – prosegue il Giornale – e Gatti scrive a Moscardini: «Piero, scusa lo sfogo, qui ci sono i medici di base in rivolta, non trovano le mascherine adeguate. Ma dove ca…o è la protezione civile? Mica chiedono tende, cucine, soldi. Se entra il contagio in area metropolitana sarà un disastro». La replica del commissario Borrelli: “Non hai capito. Qui la parte sanitaria la gestisce il ministro Speranza e i suoi. Non sono un commissario pieno detto tra me e te. Non mi consentono di esautorare il governo. Sono in riunione con il presidente del Consiglio, sei ministri e 21 governatori. Pensi che io possa sostituire tutti questi? Se ci provo mi ammazzano”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ogni elemento che si aggiunge a questa vicenda va a confermare che il governo guidato da Conte ha sottovalutato l’impatto dell’epidemia e ha volutamente estromesso chi poteva gestire l’emergenza. Sempre in audizione, continua Il Giornale, “il parlamentare Pd Piero Fassino invita il giornalista, che in commissione ha portato dei documenti, utili a fare chiarezza per la costituenda commissione di Vigilanza sulla pandemia, a dare una semplice opinione dei fatti a sua conoscenza, come fossimo a un talk show”. (Continua a leggere dopo la foto)

Quello che emerge è un quadro inquietante, dice Gatti al Giornale, in cui il commissario straordinario chiamato a gestire la pandemia sarebbe stato di fatto commissariato da Speranza. “Un politico che, secondo il fondatore del summit di Cernobbio, Alfredo Ambrosetti, presidierebbe il ministero della Salute «senza competenze specifiche»”.

Conclude Il Giornale: “Il disastro lombardo ha un solo colpevole. La politica, che in quei giorni preferiva decider di non decider. E sono morte 126mila persone. L’audizione mette in imbarazzo il ministro in quota Leu, conferma che la narrazione tranquillizzante di quei giorni va riscritta e rimanda al premier Mario Draghi una bella gatta da pelare. Ce la farà Speranza a restare ancora in sella?”. Ci sono altre chat oltre quelle di Borrelli?

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